Deison ‘Quiet Rooms’

(Aagoo 2012)

Cupa arte meditativa.
“Quiet Rooms”, è un
vagabondare inquieto, sul limitar di un risuonante silenzio.
In
bianco e nero lynchiano, livido e sfibrato.
Registrazioni di
campo, tratte dalla macroamplificazione di vuote camere d’albergo,
intrecciate e stratificate.
Microeventi che si accendono
improvvisi.
Ronzanti drones, carichi di statica energia.
Il
vuoto e l’immobilità dello spazio circoscritto, a diventar
cinema per l’orecchio.
Furori, estranei e alieni, ad agitarsi
percettibili, al di fuori delle finestre serrate.
Ambient, gassosa
ed impalpabile.
Sinistramente rischiarata, da una luminescenza
interna, che suggerisce un costante stato, di vigile
allerta.
Filamenti di synth, tape, field recordings ed
elettronica.
Pacificante ma non carezzevole.
Dove l’industrial
ed il noise, son diapo ingrandite, fino allo
sgranamento/collasso.
Resta una parete bianca da fissare.
Attimo
dopo attimo.
Mentre ogni terminazione nervosa, intona un canto
sommesso.
Son oltre vent’anni, che Deison aziona leve
neurali (Meathead, Thurston Moore, Scanner, KK
Null
, Lasse Marhaug, Shee Retina Stimulants, la
label Final Muzik. Azioni di pratica e condivisione).
Sempre
in tesa, costante, panoramica experimental.
Dal
minimale/impercettibile, al colpo in pieno petto.
“Quiet
Rooms”, è pulviscolosa, chiaroscurale stasi.
Materica
e notturna.

Voto: 8

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