La Sedia Di Wittgenstein ‘La Sedia di Wittgenstein’

(Hysm? 2011)

Una lenta combustione.
Fumo denso, acre.
Nessuno in vista
all’orizzonte; questo è un bene.
Desolazione ambientale e
conseguente attonita osservazione.
Piero Prudenzano (Clov,
“This Is Not Woodstock”, malsano e consigliato), e
Stefano Spataro (Hysm? Duo, Solquest), son La
Sedia Di Wittgenstein
.
Acida psichedelia, ondeggiar kraut,
derive impro, questo quel che troverete.
Ed anche questo è
un bene.
Brucianti distorsioni, ritmica collassata, elettronica,
qualche nastro a girar.
Rumore di fondo dell’universo.
Può
o non può aver seguito questo progetto, nel frattempo, il
colpo l’assesta.
Puzza di paranoia, di sguardo che vuol mantener
un certo distacco, pur senza farcela.
Puzza dell’odore dei mostri
rumorosi che si porta dietro/dentro.
Nel frattempo, qualcuno balla
intorno al fuoco, mentre dove la luce non arriva, i corpi si uniscono
(la selvatica, tribale, Sempre In Testa).
Ci si abbraccia
da soli, in cerca di calore (Ikea Dream Pt. 1 ed Ikea Dream
Pt.2
).
Ma non c’è, non c’è, meglio, molto meglio
urlar nel caso (la deflagrante, L’Amore).
Un sasso in mano
ed una lastra di vetro in attesa.
La perfezione giungerà
dopo.
Piccolo artigianato convulso.

Voto: 7

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