Michael J. Evans ‘Eidola’


(Navona 2011)

Le note di copertina descrivono Michael J. Evans come un autore post-moderno. Non sono d’accordo. Io lo definirei piuttosto un neo-romantico. Dal romanticismo, Evans riprende l’intenso lirismo melodico, il pathos drammatico, il virtuosismo della scrittura solista. Questi caratteri sono però in lui dilatati, secondo una sensibilità che oscilla tra l’ambient e la new age. Il risultato è a metà tra il sognante-malinconico e il patetico-melenso. Nemmeno nei passaggi più briosi e contaminati, come il terzo movimento del concerto per pianoforte o il Valse Grotesque, Evans riesce a staccarsi dai suoi clichés, rimanendo ancorato ad ammiccamenti di facile presa e a strutture stancamente ripiegate su se stesse. Nessuna traccia di ironico distacco, o di genuino divertimento. Alla faccia del post-moderno!

Voto: 4

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