Guano Padano ‘Guano Padano’

(Important 2009)

I Guano Padano sono un trio formato da due musicisati noti ai più, perchè da anni suonano con Vinicio Capossela, si tratta di Alessandro “Asso” Stefana: chitarre, banjo, raagini, omnichird e stylophone e di Zeno De Rossi: batteria, glockenspiel e bull buster. Il terzo elemento è Danilo Gallo: contrabbasso, vibrafono, piano, organo, che con De Rossi condivide l’esperienza nel collettivo jazz El Gallo Rojo.
Il trio con questo esordio ha pubblicato non soltanto uno dei migliori lavori dell’anno da poco trascorso, ma anche un disco che ha un’improntata di matrice folk Usa talmente marcata, che sembra un prodotto d’oltreoceano. Non è un caso, infatti, se ha avuto tanti apprezzamenti proprio da un personaggio come Joey Burns (una delle due anime dei Calexico) ed il cd è stato prodotto da un’etichetta Usa.
Il lavoro poi nel suo complesso è stato molto meticoloso ed ottimamente articolato, anche grazie alla collaborazione di diversi validissimi musicisti, come Enrico Gabrielli, Gary Lucas storico chitarrista di Jeff Buckley e Captain Beefheart, Chris Speed, clarinettista che ha suonato tra gli altri con John Zorn, Bobby Solo, che ha prestato la voce nell’unico brano cantato, nonché unica cover: una Ramblin’ man, aperta all’improvvisazione, e Alessandro Alessandroni, il grande fischiatore delle colonne di Ennio Morricone.
Per commentare questo lavoro, partiamo proprio da questo elemento: le musiche per colonne sonore, in particolare El divino. Già, perché gran parte di queste undici tracce sarebbe perfettamente collocabile in una colonna sonora di qualche film più o meno epico. In “Guano Padano” sono riscontrabili molti elementi del folk Usa, dal bluegrass, con chitarre sempre splendidamente suonate e sempre in grado di andare in profondità, al jazz, passando per il country ed il surf. Tuttavia, nessun genere prevale sugli altri, ma sono tutti ben amalgamati e tutti e tre i musicisti sono in grado di dare il loro indispensabile contributo all’economia del suono.
In gran parte del disco si respira un’aria rilassata e tra i brani più interessanti troviamo Epiphany, che parte dilatata e minimale, per poi accelerare e crescere d’intensità con il contrabbasso che pulsa condizionando il ritmo verso un accesso e strambo r’n’b, A country concept, caratterizzata da quei suoni di frontiera e con una splendida batteria sincopata e poi Tromp valley nella quale si respira un’aria da fine concerto con i vari assoli dei musicisti.
Lasciatevi conquistare da queste sonorità e non vi pentirete!!

Voto: 9

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