Nagib Mahfuz ‘Karnak Café’

 

Di Marco Loprete

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Tra gli scrittori del novecento, Nagib Mahfuz (Il Cairo 1911 – 2006) occupa sicuramente un posto particolare. Non solo perché è stato il primo autore arabo ad essere insignito, nel 1988, del premio Nobel per la letteratura, ma anche perché egli rappresenta uno dei pochi scrittori la cui arte è stata in grado di trascendere il contesto nazionale e storico, pur essendo saldamente ancorato ad essi.

Questo breve romanzo, terminato nel 1971 ma pubblicato solo tre anni più tardi, racconta di un gruppo di avventori del Karnak Cafè, un locale gestito dalla mitica Qurunfula, un tempo celebre danzatrice del ventre, la prima – stando alle parole dell’io narrante – a «modernizzare» tale arte e senza peraltro concedersi a nessun uomo di cui non fosse realmente innamorata.

Qui, vecchi e giovani (tra i quali Hilmi, amante della bellissima proprietaria del caffè, Isma‘il e la graziosa Zayanab), discutono della situazione politica dell’Egitto nel periodo compreso tra la rivoluzione di Nasser del ’52 e la tragica sconfitta dell’esercito nazionale contro gli israeliani nel ’67 (la famosa “battuta d’arresto”), che ha segnato la storia del Paese per lungo tempo. Nel mezzo, i sequestri, le torture e gli interrogatori da parte della polizia segreta dei tre giovani, azioni che gettano un’ombra sinistra sul regime e cambieranno radicalmente le vite dei ragazzi, che, da «figli della Rivoluzione» – come amano proclamarsi – sembrano perdere ogni speranza ed ogni slancio verso il futuro.

«Karnak Café – scrive nella postfazione all’edizione inglese del romanzo il traduttore Roger Allen – è, evidentemente, una delle opere narrative più arrabbiate ed esplicite di Mahfuz. Il trattamento al quale sono sottoposti i giovani, le discussioni politiche prima e dopo la sconfitta del 1967 e le scelte fondamentali che il popolo egiziano si trovò a fronteggiare nel periodo immediatamente seguente, sono rappresentate tutte con disarmante accuratezza». Nonostante ciò, lo stile di Mahfuz è lineare e pacato, cosa che rende la lettura di quest’opera – nonostante le questioni trattate, scottanti ed ancora drammaticamente attuali – assolutamente gradevole.

Un libro, insomma, che, al di là dell’indubbio valore letterario, merita di essere letto anche per la capacità che ancora oggi ha di spiegare ai lettori occidentali molte delle cause dell’attuale situazione politico-sociale del Medio Oriente.

 Link: Editore Newton, 2008