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IL GUERRIERO DI LUCE di Marco Milani
Il guerriero di luce – Marco Milani
Larcher Editore – Anno Edizione: 2006 Collana: Feeria – Genere: Romanzo Fanta-Zen.

Può un’esperienza «interiore», che ha come scopo l’annullamento dell’«io», diventare materia narrativa, romanzo d’avventure picaresche? A metà strada fra un originale esperimento letterario e un saggio introduttivo ai principi base della meditazione, “Il Guerriero di Luce” condurrà il lettore verso la conoscenza di una affascinantissima dottrina orientale, senza mai prendersi troppo sul serio, con un piglio ironico che ha tutto il sapore della vera saggezza.

Questo ibrido fra «diario dell’anima» e «manuale di meditazione per neofiti» sembrerebbe dirci anzitutto che anche nell’Occidente del Terzo Millennio le antiche pratiche ascetiche sono vive, presenti e attuali. Forse più che mai attuali se, come accade in alcuni capitoli de Il Guerriero di Luce perfino il linguaggio informatico può trasformarsi in una via d’accesso alla trascendenza. Tutto ciò che riesce a generare una forma espressiva nuova può giustamente essere definito «vivo».
Mi spingerei oltre: forse fra i fini della meditazione e quelli di Internet non c’è quella distanza abissale che usualmente siamo inclini a vedere: entrambi auspicano l’abbattimento dei confini dell’Io individuale.
Mi muovo per libera associazione, naturalmente, seguendo gli spunti solo suggeriti dal libro di Milani – «romanzo» lo definisce l’editore Larcher, ma si tratta di un testo che della struttura romanzesca non conserva praticamente nulla: i capitoli de Il Guerriero di Luce rappresentano più i gradini di un apprendistato che non i tasselli di uno sviluppo narrativo. Così (apparentemente alla rinfusa) si mescolano descrizioni «naturalistiche» e allucinati colloqui con se stessi; normali scampagnate nei parchi ferraresi e grovigli di ciarpame post-moderno e kitsch (Darth Vader, la PFM band, le fiabe in versione «dark», i mostri «plasticosi», monasteri tibetani dal retrogusto hollywoodian-disneyano…).
Tutto è ammesso nel carnevale della mente, perché il nostro Io è appunto fatto di immagini virtuali, condivise dai membri di una stessa cultura; l’Io stesso è una specie di ologramma «totale» (in stile Matrix) di cui va riconosciuta anzitutto la illusorietà.

http://www.larchereditore.com/catalogo/libro.asp?id=8888583173

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‘NOIR NO WAR’ un libro per Emergency a cura di Marco Milani e Alda Teodorani
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DOMIST.net – Letteratura e Pace
Progetto Letterario Internazionale – International Literary Project
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LIBROMENTE la fiera del libro a Rovigo
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Marco Milani – Il Guerriero di Luce

Un’esperienza interiore che introduce alla maturità dell’anima, alla consapevolezza di un’eternità tutt’altro che scontata, tutt’altro che alla portata di tutti.
Rinascere a nuova vita nel mentre che si è biologicamente vivi – risveglio possibile ma non assicurato – può lasciarci dentro il segno per lunghi periodi, cambiarci il corso della coscienza tramite un’alchimia che l’uomo, ancora indissolubilmente legato al suo passato arcaico, non riesce e non deve dimenticare. Guerriero di luce, di Marco Milani, è tutto ciò; è un libro denso di storie apparentemente legate e anche, al tempo stesso, apparentemente slegate tra loro, intessute con una trama leggera, a volte ironica ma sempre pronta a incollarci a un richiamo importante, che sovrasta il sorriso appena spuntato sulle labbra: la crescita interiore.
Non c’è bisogno di serietà estrema, così noiosa e così poco umana, per leggere quest’ennesimo libro di Milani; non c’è bisogno di calarsi in una realtà impegnativa e alienante, perché l’autore sa portarci in giro per il mondo che ha scoperto con un passo lieve, così da insegnarci ciò che lui ha appreso dalle dottrine orientali e dai suoi maestri, tutti ben lontani dai teoremi politici e dogmatici propri di qualsiasi religione – soprattutto quelle monoteiste.
Mi è sembrato di sentirlo sussurrare, a Milani, nel mentre che scriveva le sue saggezze con l’intento di trasferirle in me ascoltatore; in quel momento, l’ho sentito pulsare di vita interiore vivida e a volte impaurita dall’enormità del cosmo, dallo spazio profondo che ci sovrasta che, come la fisica quantistica illustra, può coincidere col microcosmo che è dentro di noi. Ogni passo minimale scritto all’interno del libro riflette una parola, e le frasi così composte formano il sentiero che ha portato Milani a questo risultato; l’aver precedentemente pubblicato due libri-antologie di suoi racconti non lasciavano certo presagire questo – ora – ovvio risultato incarnato da un romanzo breve, che sa indicarci i punti cardinali di una sua notevole crescita interiore.
Marco Milani è uno dei fondatori del Connettivismo, e questo suo scritto pone la frontiera dell’avanguardia del Movimento un po’ più in là, verso lo stesso spazio cosmico indicato dai suoi compagni di viaggio osservato, però, da una nicchia che sa di rifugio, di antro della psiche pacifica e lucente, postumana perché finalmente ripulita da ogni lordura sociale, politica, religiosa; anche questo è un avamposto, non c’è bisogno di navi spaziali fantasmagoriche o prese craniali da connessione neurale per raggiungerlo, perché basta saper andar lontano con la mente, tramite l’anima.

Sandro Battisti

http://www.kultunderground.org/index.asp?art=298

Il Guerriero di Luce

Trovo il nuovo libro di Marco Milani molto originale. Se dicessi «unico» peccherei di iperbolismo ipertrofico – malattia che affligge ormai il nostro mondo sempre più in balia della pubblicità, per cui ogni romanzaccio viene spacciato per grande scoperta artistica. Del resto non posso affermare con certezza che Il Guerriero di Luce sia un libro «unico» almeno nel suo genere, però ammetto che è il primo libro del genere che mi sia capitato di leggere.
Si tratta in sostanza del tentativo di trasformare in romanzo un percorso interiore di meditazione. Il protagonista del libro è, insomma, l’IO, l’io con tutti i limiti e preconcetti che sono poi i suoi elementi costitutivi. Il superamento di questa «gabbia», il suo annullamento è ciò che il «romanzo» di Milani racconta.
Inevitabile che il tema influenzi anche la forma. Essa si presenta infatti molto anomala: ricordi personali autentici si mescolano a visioni mistiche, a sogni. L’io galleggia, vola, si tele-trasporta, scivola, annaspa, rimbalza fra stati di coscienza diversi… e il tutto in un mondo virtuale, mutevole come il nostro stesso pensiero, fatto di personificazioni di paure e speranze. E l’incontro/scontro con i nostri limiti (notiamo di sguincio) è anche il mezzo, la strada, il ponte per passare oltre noi stessi.
Si tratta, com’è ovvio di un viaggio tortuoso, labirintico, pieno di passi falsi… E così è anche il «romanzo» di Milani: tortuoso, a tratti ermetico, non sempre brillante nella forma… terribilmente simile a un io qualunque.
Un’operazione coraggiosa e… pericolosa, che avrebbe potuto rasentare il ridicolo e il pomposo, se l’autore non avesse sistematicamente evitato di prendersi troppo sul serio, diluendo la materia meditativa entro un personaggio/io-narrante con una personalità molto «alla mano».
Un bel libro?
Non saprei. Forse non nell’accezione comune.
Un libro notevole a modo suo, direi; sorprendente; un vero coacervo di spunti che metterà in fregola la curiosità di chi ama l’«Oriente», magari facendogli venir voglia di approfondire la materia e non mancherà certo di far annuire gli addetti ai lavori.
E ancora una volta tanto di cappello a Larcher Editore che sforna titoli al limite dello sperimentalismo, cercando di costruirsi (come facevano un tempo gli editori, prima di trasformarsi in Grandi Gruppi) un catalogo personalizzato e sempre molto interessante.

Pierfrancesco Rosati