Seth Nehil / Jgrzinich ‘Gyre’


(Cut records 2006)

Seith Nehil è un multi-artista che pianifica la sua carriera-ricerca attorno più territori espressivi, panorami musicali e prospettive visive che siano. Responsabile di operazioni piuttosto difformi: da azioni candidamente sonore, ad una catena d’installazioni multi-speaker, dalle performance-live, soliste e in compagnia di ensemble, ai progetti combinati di danza-teatro e multi-medialità.
Ha pubblicato lavori di elettro-acustica e/o ‘field recording style’, avvalendosi della compagnia di Olivia Block e – più di una volta – di Jgrzinich, pubblicando lavori conosciuti come ‘Tracing the Skins of Clouds’, ‘Uva’ e ‘Umbra’. Residente a Portland, dopo vari giri tra Stati Uniti, Giappone ed Europa, Seth dedica buona parte del suo tempo curando la pubblicazione di FO A RM: magazine dedicata all’arte, con un occhio attento al fenomeno ‘moderno’ della – nuova – sound art.
Anche Jgrzinich non è un pivello per quanto concerne le materie elettro-acustiche evolute: artista mixed-media sulla cresta dell’onda dal 1994, ricercatore del ‘suono’ e delle molteplici personalità che lo abitano. Su Kathodik abbiamo parlato, proprio poco tempo fa, del suo bellissimo “Insular Regions”, disco solitario pubblicato grazie alla portoghese S.irr.
Ed anche in questo caso, con “Gyre”, abbiamo la possibilità – come allora – di assaporare registrazioni avvenute principalmente in Estonia, paese di cui John Grzinich è (orgogliosamente) originario. Difatti, anche nella precedente discussione, menzionavamo il rapporto intenso tra la cultura estone-balcanica e questo artista che, tra l’altro, collabora attivamente alla vita del circolo artistico MoSK, sito nella lontana cittadina di Mooste.
Due personaggi che hanno stretto, ormai, un sodalizio da tempo, diventando sempre più una sola entità… un unico pensare, agire e suonare.
La scissione di Cast, Weald e Furl (i tre brani del cd) dal contesto specifico in cui ondeggiano apparirebbe come una frammentazione assurda e imperdonabile. Si crea una congiunzione spirituale, un amalgama, oseremo dire, perfetto di rara simmetria, con l’anima satura di registrazioni di campo, trasfigurate in forme geometriche sfuggenti e misteriose. Materiali sonori che si spogliano dell’originario clima atavico per divenire, come per incanto, melodia vitale e indispensabile…
Il senso del concreto, il realismo del mondo, i diversi ‘canti’ che capita di captare distrattamente dalla quotidianità di tutti i giorni, sono materia organica principale, gli strumenti in senso tradizionale di “Gyre”e di tutti gli altri lavori firmati dalla coppia Nehil/Grzinich.
Il principio della prima traccia si riallaccia totalmente a registrazioni atmosferiche americane mentre, sia Weald che Furl, battono il loro cuore per la prima volta nella lontana e calda Estonia.
I tre capitoli inoltre, sono stati presentati come ‘four-channel sound piece’ all’interno della penultima edizione di Correnti Sonore, a Tarcento in Italia.
Un altro colpo secco della impeccabile Cut curata del grande Jason Kahn.

Voto: 9

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