Nursery Four ‘Improvised music for Imaginary Films’


(Improvvisatore Involontario/Wide 2006)

Francesco Cusa (batterista e compositore, con collaborazioni nel fantastico mondo del jazz – e non – in compagnia di Butch Morris, Paolino Dalla Porta, Elliot Sharp, Saadet Türköz, Flying Luttembachers, il collettivo di scrittori Wu Ming…) Marko Bonarius (contrabbasso, nato e ‘forgiato’ artisticamente in Olanda, stabilito da qualche tempo in Sicilia, lavora e crea con Ernie Watts, Fabrizio Puglisi, Ab Baars…) e Mauro Schiavone (classe ’75, pianista, da giovane talent scout si esibisce in compagnia di Diane Shuure, Michael Mantler, Bob Mintzer e Jack Walrath) formano i Nursery Four, estatico e coinvolgente combo new- jazz, nato dal circuito artistico di Improvvisatore Involontario: progetto di cui narrammo entusiasti le prime gesta, non molti mesi fa, con le recensioni del trio Switters e dell’altro combo pilotato da Cusa, sotto il nome di Skrunch.
Imprinting immaginario dove il pensiero creativo incontra a piene mani l’universale mondo della pellicola, studiando una messa in vita di ‘piccole’ colonne sonore immaginarie per films altrettanto ‘irreali’. Composizioni che nell’intimo dei propri titoli ripercorrono e omaggiano una fetta interessante di storia (reale) della celluloide:
La Casa di Rosa Maria (ricordate “Rosemary’s Baby” di Polański?) ed Evita de Romperte el Perón, Le Rohmer du Chabrol e Spike Strikes Black
Ma anche osservando la grafica dell’interno copertina, e di buona parte del supporto, che la mente richiama altri elementi cinematografici, come i canovacci grafici, scuola Warner Bros che risaltano un pò ovunque: apparendo da cornice a deliziose e surreali locandine art-decò, recanti i nomi delle composizioni, o meglio delle ‘pellicole immaginarie’. La gigantesca produzione di Hollywood lascerà il segno, poi, nella personale visione-cover di That’s All Folks!, posta come ‘apri-pista’ al disco.
Giocosa, pensierosa e legata a piccoli spunti della tradizione (mitteleuropea, yiddish, armonie orientaleggianti…) il trio spinge la sua musica, dall’inizio, su queste coordinate: respiri iniziali che vengono interrotti per pochi frangenti da ansie paranoiche, da tocchi secchi e minimali del piano (l’intro di La Casa di Rosa Maria) per poi ritornare in un baleno melodie care ad un tempo lontano e scordato, il cui confine con il mondo dei sogni è fragile quanto inutile.
Lo swing e l’anima cool del gruppo prendono piede con più consistenza nel cuore di The Log Lady’s Lover, con mood classico ed in Spike Strikes Black, con spiccato animo funky. Tutte le composizioni recano la firma collettiva dei Nursery Four, fatta eccezione per “The Little Soldiers Pass By” (I Soldatini Passano) composizione per pianisti principianti, tratta dalla “Scatola Armoniosa” del compositore Palermitano Antonio Trombone.

Voto: 9

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