(Fortuna Pop 2006)
Pur essendo londinesi nella loro scrittura non traspare niente di britannico. I Finlay infatti attingono a piene mani dal miglior alt-rock americano come Yo La Tengo, Sonic Youth, Built To Spill e soprattutto Pavement. Ascoltando tracce come This one si capisce come l’ex band di Malkmus sia ben più che una semplice influenza, a cominciare da quel cantato così slaker. Approccio lo-fi, melodie sghembe, code indie-rock da manuale e accelerazioni soniche danno forma a canzoni sapientemente costruite che mostrano un aspetto fragile ma che convincono sempre di più col crescere degli ascolti. Fuck honey e Hanging crowds ne sono un chiaro esempio. Ma anche tutti i restanti pezzi fanno di questo “The Fall Of Mary” un album che gira a meraviglia.
Ok, cose già dette e già sentite certo, però sempre belle da sentire, specialmente adesso che anche i Grandaddy si sono sciolti. Quindi pollice alto e poche storie…
Voto: 7
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