World’s End Girlfriend ‘The Lie Lay Land’


(Noble Rec. 2005)

Dici noise e hai detto tutto? O non hai detto niente? Insomma, chi fa veramente noise in questi ultimi anni? Qualche giapponese (Otomo Yoshihide), qualche compnente dei Sonic Youth e qualche altra realtà dispersa nel mondo underground (lo so ce ne sono a migliaia ma non ho voglia di scrivere una lista lunghissima). Poi ci si imbatte in dischi come quest’ultimo dei World’s End Girlfriend e il ricordo del noise misto a melancolia della Constellation ritorna di brutto.

Qualche accenno d’arco e qualche voce di bambino (in lontananza in We Are the Massacre), qualche pattern di pianoforte (in Satan Veludo Children), qualche altro piccolo condimento post-rock fanno di questo disco un viaggio allucinante pieno di strati gonfi di suono, di ritmiche progressive, di effetti di chitarra e arco, di suoni elettronici, di motivi tradizionali, di sospiri e sussurri in atmosfere sognanti o da dopobomba.

Una sorpresa per chi credeva che il post rock à la Mogwai dei primi album non potesse più evolvere. Un artista che trova una personalissima fuga e riesce a convincere anche alla terza prova (dopo Farewell Kingdom e Dream’s Come True). Un caleidoscopio eclettico che riesce a mettere d’accordo i fan degli Arcturus con quelli di Marilyn Manson, quelli di Björk con quelli dei Cocteau Twins.

Voto: 8

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