Kyle Gann ‘Long Night’

(Cold Blue/Silenzio 2005)

Cold Blue è un incanto infinito.
Ogni sua nuova uscita rinnova ed amplifica la magia, una sensazione inebriante
di solare serenità, un’oasi refrigerante dove poter recuperare energie.
Kyle Gann da oltre venti anni si spende come (acclamato) critico musicale
sul Village Voice e sul New York Times analizzando ed interpretando i mutamenti
ed i dubbi presenti nella galassia minimale; ma Kyle Gann oltre ad essere
scrittore è anche prezioso e prolifico compositore.
Quella che in questa occasione ci viene presentata è una sua opera risalente
al 1981 per tre pianoforti eseguita e registrata da Sarah Cahill nel 2004.
Lieve, intimo, screziato di brume autunnali il brano si dipana impalpabile ed
onirico sul filo dei ricordi, un raggio di sole percepito ad occhi chiusi, una
lenta evoluzione aerea delle nubi poco prima della notte; il crepitio silenzioso
di un fuoco acceso in un campo al tramonto.
Una visione alta, spettri di Ives e Conlon Nancarrow
a rincorrersi sullo sfondo, tre linee di piano sovrapposte che la Cahill delicatamente
porta ad un passo dal deliquio emozionale senza mai essere svenevole.
Ciclicità e ricerca tonale, stanze tranquille ed assolate, circolarità
armonica; preziosa gemma minimale.
Cold Blue è un’etichetta spaventosamente vicina al cuore dell’America,
se ne può sentire il battito nascosto.
Rigoglioso e delicato con la consapevolezza dell’orrore sempre in agguato appena
dietro la porta.
I demoni dormono, il cielo è terso e sereno.

Voto: 8

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