Studio Pankow ‘Linienbusse’


(City Centre Offices / Baked-Goods / Wide 2005)

Dopo una serie quasi infinita di produzioni che sembravano tutte simili (ma non per questo meno interessanti) pare proprio che qualcosa si stia muovendo in casa CCO, ed è qualcosa che ripaga appieno l’attesa perpetuata.
Studio Pankow è il nome che hanno deciso di adottare, ma presumibilmente anche il luogo fisico in cui si sono ritrovati David Moufang, Jamie Hodge e Kai Kroker. I tre hanno già pubblicato parecchio singolarmente e presso etichette molto prestigiose, l’idea di riunirsi per dar vita ad un progetto comune è andata (lentamente) avanti per 4 anni prima di approdare a qualcosa di concreto.
Dalla techno, ma con inflessioni minimal (come se a Detroit avessero imparato la lezione di Villalobos) di Ruhleben e Siemensdamm alle reminiscenze glitch del miglior Oval (magari proprio Textuell, che tanto piacque ad Armani) che fanno capolino nell’ipnotica Zoologischer Garten, l’intero disco si fa apprezzare per il suono profondo e ricercato, dove i bassi non sono mai spinti oltre il limite e le melodie, talvolta appena accenate, hanno un fascino esotico.
La conclusiva Linienbusse (una ballata per la generazione elettronica?), già presente nella compilation seminale ‘opensource.code’ del 2002 testimonia come i vari brani abbiamo avuto una genesi differente, senza per questo intaccare l’omogeneità dell’opera.
Una spanna sopra la media delle ultime uscite di settore e un importante tassello nella rinascita di una città, Berlino, che in passato tanto ha saputo dare all’evoluzione (se non proprio alla ridefinizione) del genere techno. Da ascoltare in un locale, a Heidelberger Platz, o anche a casa, ma rigorosamente di notte.

Voto: 8

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