Silver ‘White Diary’


(Bad Afro 2004)

Depravati glam. Meravigliosi figli del fango norvegesi. The Silver è l’ultima scoperta in casa Bad Afro, etichetta scandinava dal palato sopraffino in fatto di rock and roll viscerale, che, dopo averci eruttato Baby Woodrose e Defectors punta le sue carte sui questo giovanissimo quintetto proveniente da Oslo nel quale pare d’udire l’irruenza dei Ramones, la lascivia degli Hanoi Rocks e la compattezza degli Stones: gran tiro, chitarre feroci e buone canzoni. Solo 10 purtroppo, e 35 minuti di musica per quello che potrebbe divenire il nome più caldo del 2004, giunto solo ora all’esordio dopo un poker di singoli e sfiancanti tour. Ragazzi con le palle, codesti, e con una conoscenza del rock and roll che lascia stupefatti: in Condem Nation si cozza contro dei Sex Pistols fatti di T-Rex. O viceversa. Del punk stradaiolo emerge in Dead Articulation, dove i primevi Generation X, Spizzenergi e Michael Monroe slabbrano il volume sulla tacca 11; si avverte un tocco Adverts in Funeral Class One, e si sentono tutti i santi del rock and roll (Iguana in testa) scendere smadonnando lungo le corde di Intimate Cussing. Ma ci sanno fare anche con le ballate, dimostrando un’invidiabile tenuta anche sul bagnato, è il caso di The Dark Side Of The Light, dove degli umidi Manic Street Preachers (quelli di Generation Terrorist) vanno ad un sabba con i Bauhaus, mentre Evacuate (Sin Fix Journal) è una lunga cavalcata tra i peep show del Sunset Boulevard, bandana e occhiali scuri rigorosamente calati. Anche se il maleficio supremo arriva con il tetro metal tribale e sulfureo di The Emptiness, dove certo glam luciferino pare sposare le istanze che furono dei Southern Death Cult. E’ duro, sporco, umido e suonato da Dio. E’ rock and roll, e sembra che oggi possa giungere solo dal nord. La calata dei barbari muniti di asce a sei corde, fulminea e sozza, è cominciata: dopo Raveonettes e Sounds Silver completa il podio. Che Odino sia con voi.

Voto: 10

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