Nathan Hubbard ‘Born On Tuesday’

(Circumvention/2002)

Nato come una sorta di compendio delle sue esperienze percussive di un anno, questo disco è il debutto del percussionista Nathan Hubbard. Infatti, il nostro, si è esibito per dodici concerti in dodici mesi esplorando tutte le possibilità che lo strumento gli permetteva di utilizzare. Un modo per creare ,improvvisando, musiche che vadano bene per tutte le stagioni e a tutte le latitudini. Una ricerca che ha coinvolto anche altri strumenti come effetti elettronici, piastre, piatti, pentole e quant’ altro aiutasse il compositore a staccare la batteria dal canone consolidato di cassa, rullante, tamburo e tom a volontà. Basta ascoltare la sequenza dei pezzi, previa lettura del libretto, e tentare di indovinare con quale altro strumento viene condito il suono che odono le orecchie, anzi è una scelta obbligata da fare, per cogliere appieno questo artista, che nella sua vena improvvisativa decostruisce e ricostruisce lo stilema batteria. Allora via a percussioni lievemente metalliche che si intrecciano con suoni e distorsioni pesantemente presenti; le bacchette che come sciabole di suono colpiscono dove meno uno se lo aspetta, le drum machines che sostituiscono la batteria (tanto chi se ne accorge), i blocchi di rumori e odori che vengono riprocessati e reinseriti in un contesto tranquillamente alla Z’ev. Niente viene sprecato, tutto viene battuto e ribattuto per essere nel magma sonoro dei vari pezzi. Nulla viene lasciato al caso, ma al percosso, per un ascolto, ritmico, ma percussivamente ossessionante. Il risultato alla fine pare interessante, battete un colpo se concordate.

Voto: 7

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