Arg S/T

(SIRR.ecords/2002)

Anche se l’idea che dietro il marchio Arg si celi una moltitudine di persone, un’ensemble colmo d’identità contrastanti, in realtà a muovere i fili troviamo un’unica persona: Graziano Lella, desideroso di trasmettere all’esterno la propria visione della realtà.
Romano di nascita, con studi alle spalle che comprendono astrofisica, sax presso la scuola del Testaccio e forte estimatore del basso elettrico (membro fondatore dei Dura Figura) presenta tramite la portoghese “SIRR.ecords”, la prima testimonianza discografica con l’appellativo di Arg recidendo momentaneamente il cordone ombelicale con l’avanguardia, intesa in modo classico e aprendo le braccia verso una più concreta radicalità.
Dedicata allo scrittore francese Georges Perec: Classere l’enfance/La vie qui dort è il primo istante musicale in cui ci si imbatte. Scomposta in tre parti sospese tra suoni concreti, baritono ed elaborazioni al computer, raggiunge il picco massimo nel momento in cui Lella comincia, come un chirurgo dalla mano ferma, a vivisezionare il proprio sax tramite intervento fisico in tutte le forme, (soffi, sbuffi, lamenti vocali, scarne percosse) senza mai raggiungere, anche per il bene delle orecchie, i fastidi che possono capitare ascoltando lavori simili dei colleghi Nmpergign, Franz Hauztinger e compagnia. E quindi per una volta, concedendo all’ascoltatore neofita la possibilità di entrare piacevolmente a contatto con microsuoni e timbriche quasi impercettibili. Tralasciando del tutto l’aspetto architettonico di cui è composta Policiclo (computer elaborated voice) tutta l’emotività che fuoriesce ci ricorda con piacere certa scuola rigida giapponese ( Msbr, Toru Yamanaka ecc.). Leggere scosse soniche che lentamente fannno oscillare il terreno. Di tono più graffiante è Pomeriggio a Rovaniemi (dedicata a Robert Bresson), anche se attimi d’intenso gutturalismo espressivo non cessano del tutto. Pupille Gustative conclude l’excursus della realtà secondo arg. Furtiva, apparentemente scostante e realmente sincera.
E dopo il silenzio…..niente.

Voto: 8

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