Bill Horist ‘Songs From The Nerve Wheel’

(Unit Circle Rekkids/1999)

Se si vogliono elencare tutte le innumerevoli e disparate collaborazioni o progetti intrapresi dal chitarrista-ideologo Bill Horist sarebbe il caso di fare un articolo a parte. Solo un assaggio? Chris Cutler Amy Denio, Rashied Ali, Medeski, Martin & Wood, Day e Taxi, Luigi Archetti…….
Proveniente dal Southwest Michigan Bill Horist riesce ad insinuarsi nei più divergenti generi-non generi: free jazz, noise, etnica, power rock, e come un cocciuto alchimista a trasformare la materia (suono) più impenetrabile e scontrosa in duttile e magmatica liricità. Nel leggere diverse recensioni su Horist, in particolare su Songs From The Nerve Wheel mi è capitato spessissimo di osservare paragoni con Robert Fripp, Fred Frith e vedergli attribuiti ingenti debiti con il decano dell’astrattismo acustico: Derek Bailey. Secondo il sempre modestissimo parere di chi scrive, la musica racchiusa in quest’occasione sfiora anche dell’altro, staccandosi lievemente dai consueti lavori ‘improv’ per sola chitarra. Veli ambientali, percussioni che nascondono, quasi trattengono, la propria essenza ruvida. Un minimalismo circolare, forse troppo pianificato in partenza, incessante fino alla fine. Inhibitat è un prolungato gioco d’incastri tra un battito stentato delle percussioni e i graffianti accordi emanati incostantemente dalla chitarra. A tratti pare che al posto delle mani ci sia l’archetto o chissà che altro a sfregare lo strumento. Claire, the Loon è un ondulata sinfonia che dialoga e alterna basse percezioni, quasi silenziose, dello strumento, a intermittenti assoli.
Claustrofobia che palpita in Pulse Generation, caos in ascesa nella dodecafonica Obekova, loops ancestrali in Mirth and Derise. Paesaggi liquidi e sommersi emergono nell’ambientale One Ear To Water richiamando alla mente certi lavori passati di Paul Shutze, contrapponendosi nettamente al tribalismo percussivo di Gravity’s Backwash ( non mi dite niente, però questo pezzo mi ricorda non poco Tom Waits).
Quando la destinazione giunge inevitabilmente con Twilight Pistolrake compare per la prima volta in questo disco il suono autenticamente acustico della chitarra, quasi a volerci ricordare che in fin dei conti sempre di una sei corde si tratta.

Voto: 8

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