Giorgio Cipolletta ‘Passages metrocorporei’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Nicoletta Mandolini
nicoletta_mandolini@libero.it

I miti del mutante, del cyborg e dell’uomo-macchina sembrano essere fuoriusciti dal regno dell’iconografia e dell’apparato simbolico della filosofia postmoderna per incarnarsi in una realtà che sempre più di frequente si trova a fare i conti con la rivisitazione di coordinate spazio-temporali e di categorie epistemologiche. Negli anni in cui il web dimostra non solo la sua potenza di medium ma, soprattutto, la sua capacità di cortocircuitare i dati dell’esperienza, a cambiare è in primis il rapporto con il corpo, con quell’ammasso di organi, carne e pelle che consideriamo il nostro punto di contatto con il mondo esterno. Proprio sugli stravolgimenti che l’idea di corporeità e il concetto di materialità che ad essa viene tradizionalmente associato subiscono se messi in relazione costante con la virtualità dell’epoca digitale si sofferma a riflettere ‘Passages metrocorporei’ di Giorgio Cipolletta, pubblicato recentemente da EUM (Edizioni Università di Macerata).

Utilizzando il riferimento benjaminiano del Passage come metafora di un’esperienza epifanica in cui il caos di frammenti si compone disegnando nuovi orizzonti di senso, Cipolletta analizza la relazione del corpo con la sua rappresentazione in epoca contemporanea e giunge fino a valutare la tendenza alla iper moltiplicazione delle immagini e degli stimoli che caratterizza gli anni a noi più prossimi.

Il punto di partenza non poteva essere che quello della Body Art, movimento artistico che tra anni Settanta e Novanta ha affidato alla corporeità il compito di proporre nuovi paradigmi estetici. Dalle “azioni sentimentali” di Gina Pane, passando per l’ “I miss you” di Franko B, fino ad arrivare alle operazioni di sconfinamento ideate da Marina Abramović, ciò che conta nella Body Art è l’atto performativo che coinvolge il corpo in quanto organismo mutevole agitato dal fluido dinamismo della contemporaneità. La transizione dal periodo del cosiddetto postumanesimo si compie tuttavia successivamente, quando in campo artistico si inizia a superare l’idea del corpo come entità di confine e la carne arriva ad aprirsi alle intrusioni di una realtà la cui forza ha sgretolato addirittura le barriere epidermiche. Si giunge così, nell’ultimo decennio del secolo, all’allestimento della mostra Post-Human, curata da Jeffrey Ditch e alla Carnal Art della francese Orlan. La geografia corporale subisce, nell’estetica postumana, una decostruzione che si profila come risultato dello scontro con l’azione della scienza e della tecnologia e, contemporaneamente, si riqualifica assemblando i pezzi del suo sfacelo in quella che viene definita da Cipolletta “nuova metrica del corpo”, una struttura che nella addizione di elementi eterogenei ed extra-individuali trova nuovi riferimenti anche di natura etica.

Non stupirà, a questo punto, un riferimento al pensiero di Roy Ascott, artista che fonde nel concetto di “technoetics” la chiamata per un’estetica che sappia utilizzare i nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia – la rete in primis – per riacquistare il calore di un gesto collettivo. E non stupiranno neanche le citazioni da Charles Percy Snow, teorico della cosiddetta “terza cultura” e promotore dell’incontro fruttifero tra arte e scienza, o da Paul Davies e Erivin László, pensatori che hanno ipotizzato l’esistenza di aggregazioni cognitive intersoggettive . Il metrocorpo di Cipolletta – entità esperenziale, estetica e politica al tempo stesso, nuova carne che si muove nella terza dimensione in cui si incrociano la sempre più aleatoria realtà fisica e la sempre più decisiva e concreta virtualità – in fondo non è che l’insieme di queste idee: elemento che sfrutta la connettività per ricomporsi nella forma espansa di un agire comune, multiplo, polimorfo; corpo che si muove a ritmo di vibrazioni dissonanti senza rinunciare a rintracciare nel suono la compattezza di una melodia.

Link: Giorgio Cipolletta, Passages metrocorporei. Il corpo-dispositivo per un’estetica della transizione, Macerata, EUM, 2014