Flux of Pink Indians ‘Strive to survive causing least suffering possible’

(One Little Indian 2013)

Ormai il mercato discografico si regge molto anche grazie alle ristampe. La One Little Indian dell’ex bassista della band in questione, Derek Birkett, ha aderito a questo filone. La ristampa dell’esordio dei Flux of Pink Indians avviene in occasione del trentennale della pubblicazione.
La prima metà degli anni ’80 per quello che era allora l’Occidente è stata un periodo devastante dal punto di vista politico, sociale e culturale. Se in Italia avevamo il Psi, che con la Dc aveva allestito il sistema criminale delle tangenti e la “Milano da bere/pere”, negli Usa e in Inghilterra non se la passavano meglio. Dall’alta parte dell’oceano, infatti, impazzava il reaganismo e nel Regno Unito la signora Thatcher. Due loschi figuri che hanno creato i germi del liberismo assoluto che ci ha portato alla crisi attuale.
Gli anarchici sono sempre stati avanti e in quegli anni hanno compreso, sin da subito, i danni che si stavano perpetrando a danno delle popolazioni, così nacquero vari movimenti di opposizione al sistema, che ebbero dei corrispettivi in musica, attraverso il punk e l’hardcore.
I Flux of Pink Indians sono stati uno dei più importanti gruppi del movimento anarco-punk inglese, che provava con tutti i mezzi, non solo musicali, ad opporsi ai danni che fece la Thatcher.
In linea con i principi anarchici i Flux parlavano di pacifismo, vegetarianesimo, attaccavano la società consumistica e non risparmiavano sferzate all’oppio dei popoli: la religione.
Tutto ciò era presente nell’esordio, ovviamente con il consueto stile punk, sferzante ed aggressivo.
Il cofanetto contiene tre cd, il disco originale che è stato rimasterizzato, un cd con versioni demo ed il terzo con il live registrato allo Shepherd’s Bush Empire nel 2007.

Voto: 9

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