Simona Gretchen ‘Post-Krieg’


(Blinde Proteus/Disco Dada 2013)

Il nuovo lavoro della cantautrice faentina è un concept nel senso più tradizionale e meno pesante del termine. Il pensiero che sta alla base del disco riguarda il conflitto inconscio tra due estremi: uomo/donna, libero/schiavo, esteta/asceta.
Tutto il disco, dinque, ruota attorno ad una dicotomia, con testi introspettivi, seppure scritti in terza persona, che si dotano del supporto musicale dei validi collaboratori della cantuatrice che lavorano con lei dal suo esordio, si tratta di Nicola Manzan (Bologna Violenta), Paolo Mongardi (Zeus!, Fuzz Orchestra, Ronin, Fulkanelli) e Paolo Raineri (Junkford).
Il sound è spesso greve, caratterizzato soprattutto dagli intrecci del basso distorto e del piano elettrico che si intersecano con riff ipnotici, enfatizzati dalla batteria possente e decisa.
Non sono pochi i richiami al kraut rock, come anche al primo Nick Cave (Post-krieg), e all’indie-rock italiano (Pro(e)vocation).
Fondamentale è stato il supporto di Manzan, che ha curato gli arrangiamenti e suonato gli archi di Evered (part I) e Evered (part II). Il valore aggiunto del disco sono i testi nei quali non sono pochi i riferimenti ad Artaud, Jung, Nietzsche, Ellroy e Palahniuk.

Voto: 7

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