Gate ‘Damned Revolutions’

(Ultramarine Records 2012)

La desolata skyline portuale debolmente baciata dal sole, immersa e coperta da un malinconico blu che avvolge tutto presenta il nuovo lavoro dei Gate, progetto collaterale e solista di Michael Morley, chitarrista del culto avant noise dei neozelandesi Dead C (imprescindibile ‘Harsh 70’s Reality’). Sullo sfondo edifici tristi e sonnolenti dentro i quali presumibilmente si consumano e falliscono quotidiane Damned Revolutions interiori ignorate dal mondo e sulle quali le note di questo LP soffiano come un vento caldo.
Due lunghi brani di puro abbandono emotivo, deformi, involuti, liberi da qualsiasi costrizione formale, disperate preghiere atee che supplicano il nulla.
Turned and Glowing Inwardly è una massa di noise fuzz chitarristico che si agita e contorce come un animale ferito. Trasuda sangue ma non cede. Un ricorrersi di suoni stratificati, apparentemente statici, occasionalmente abbelliti da qualche beat elettronico allo stadio terminale, da inafferrabili linee melodiche e dalla voce di Morley: afona, svogliata, inerte, perfetta.
Più spettralmente bluesy Turning and Towards the Light. Ancora scorie noise, ma anche lunghe note di chitarra allungate e stropicciate. Calde lacrime fatte sgorgare e senza fretta evaporare, che un po’ rimandano a certe cose di Loren Connors, la voce indolente e in riverbero slow motion. Una lunga e sofferta elegia che nella coda finale si spegne lentamente tra deboli cigolii industriali.
E’ bello iniziare il nuovo anno con un po’ di sano ottimismo e con dischi pieni di speranza come questo.

Voto: 8

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