Rella the Woodcutter ‘The golden undertow’


(Boring Machines 2011)

Dopo l’ottima esperienza dell’Ep ‘I know when it’s time to get the fuck away’ il taglialegna Rella pubblica, purtroppo in sole 300 copie in Lp, il suo primo full leight.
Il disco in questione ha le carte in regola per essere annoverato tra i grandi classici del blues intimista e solitario nei quali si annoverano Nick Drake, Palace, Smog e Songs: Ohia. Il disco è composto da dieci brani struggenti e profondi che penetrano nella coscienza dell’ascoltatore, andando a scavare nella parte emotiva e dopo l’ascolto nessuno sarà più come prima. Questi dieci brani sono destinati ad essere profondamente amati o ad essere rifiutati per paura di entrare in risonanza con l’intimità del taglialegna e di prendere contatto con le proprie sofferenze.
Rella ha registrato il disco a casa sua, quasi interamente accompagnato dalle chitarre e saltuariamente dai suoi amici che hanno contribuito con violino, batteria e qualche altro strumento.
La struttura dei brani è minimale, con poche note ed una chitarra spesso appena sfiorata, per evidenziare l’intimismo di molti brani, tra i quali il nostro preferito è Black Universe, nel quale convivono i fantasmi di Mark Lanegan, 16 Horsepower e Jeffrey Lee Lewis .

Voto: 8

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