Monica P ‘A Volte Capita’

(Dcave/Cni 2010)

Cinque pezzi propri e tre cover assai indicative dei propri gusti musicali (Soul Coughing, Neneh Cherry e Mark Lanegan il trio chiamato in causa) segnano l’esordio sulla lunga distanza di Monica Postiglione, che con l’ausilio del quartetto dei B-Side, incide il suo primo lavoro.

Un retroterra musicale segnato profondamente da esperienze in Inghilterra e nella West Coast americana emerge in maniera lampante tra le melodie sinuose delineate dalla giovane cantautrice di stanza a Torino. Ondeggiando tra l’intimismo pop-rock di Cristina Donà, la ruvidità di PJ Harvey e la tenebrosità desertica dell’ex Screaming Trees e Nick Cave, Monica P si mette a nudo nelle forme di un alt-rock raffinato, seppur non certo originale, sul quale si sente la mano di Daniele Grasso (già a lavoro con Afterhours, Cesare Basile, Greg Dulli e John Parish).

Chitarre acustiche ed elettriche, tastiere e synth si alternano nel sostenere la voce profonda della Postiglione, che si apre al mondo in maniera molto fisica, fatta di una musica assai materica e di liriche nelle quali la sensualità (da intendersi nel senso più autentico del termine, quello più legato ai 5 sensi) si fa modus vivendi. Penetrare, leccare, divorare, sentire, mangiare, i verbi che usa Monica descrivono un forte desiderio di rapportarsi fisicamente al mondo, in maniera più autentica e genuina. Necessità “animali” che spesso abbiamo sentito nel cantautorato di mezzo mondo e che anche nella forma, pur rendendosi gradevole, non fa gridare al miracolo.

Voto: 6

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