Simon Balestrazzi ‘A Rainbow In My Mirror’

(Magick With Tears 2011)

Nuova creatura, in casa dell’associazione culturale/label, Ticonzero.
Magick With Tears, è divisione/serie, che si occuperà in futuro, di edizioni limitate (474 copie numerate a mano), che razzolano, come di consueto, nei territori della sperimentazione acustico/digitale più sensibile.
Ad inaugurare il nuovo filone (che prevede come in questo caso, eccellenti confezioni in cartone), l’esperto Simon Balestrazzi.
T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata), Kino Glaz, Kirlian Camera, Dream Weapon Ritual, più un’infinità di collaborazioni, partecipazioni e produzioni (cito un lavoro per tutti, l’ottimo “Floating Signal”), son cartina di tornasole interessante, per comprendere la sensibilità estrema, del musicista parmigiano (da tempo, cagliaritano d’adozione).
Ottimamente congegnato ed assemblato, “A Rainbow In My Mirror”, organizza materiali gemelli, registrati in tempo reale, durante l’equinozio autunnale del 2009 e quello primaverile del 2010.
Ed in effetti, è un forte gioco di contrasti, luce/buio, quello che ci è dato ascoltare, in questa fascinosa composizione di 21 minuti.
Corde, vecchi synth, organo, field recordings, modulazioni radio e voce, disegnano un suggestivo quadro sonoro, fatto di ascese luminose e cupi contraccolpi terrestri.
Perfetto amalgama, fra acustico e digitale, per una partitura, che incrocia elettroacustica, schegge kraute, avant folk e sperimentazione senza acredine.
Incrocio prezioso e bastardo, fra Stapleton, casa/collettivo Jewelled Antler ed un soffio di Florian Fricke.
Fragrante Sperimentazione armonica, e più di un pizzico di magia.

Voto: 8

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