(Duckhead green/Sub Terra 2010)
È un bel mix di idiomi e musiche “Mixing berries”, esordio di questo trio italoamericano, che si diletta ad utilizzare strumenti poco convenzionali come il charango e cantare in inglese, spagnolo, francese, svedese, portoghese, arabo, yddish, tzutujil e dialetto catanese.
Tutti gli ingredienti della perfect world music sono presenti in questi quindici brani, eticamente ortodossi nel rispettare le diverse culture rappresentate, anche se la struttura musicale su cui si arrovellano i tre musicisti è un funky-jazz, sempre incline alla contaminazione e mai chiuso.
L’altro aspetto caratterizzante è l’atteggiamento sempre disincantato, allegro e spensierato, che però non abbassa mai il livello della qualità, anzi la valorizza. Questo trio, infatti, suona brani complessi, altalenanti e frizzanti con estrema scioltezza e duttilità, tra armonie leggere, balli esotici e tanto non sense.
Voto: 7
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