Grant Hart Live

@ Init Club – Roma, Mercoledì 8 Dicembre 2010

 

 

 

 

 

 

 

Di Damiano Gerli

anticsuperstar@hotmail.com

Esattamente a un anno di distanza dalla visita di Bob Mould, proprio presso l’Init, coincidenza vuole che Grant Hart, il lato più sentimentale e spesso colpevolmente meno apprezzato degli Husker Du, si trovi a fare un concerto solista, proprio nello stesso locale. L’atmosfera, però, è completamente diversa rispetto al concerto del suo ex compagno di band: l’affluenza di pubblico è minore ma in compenso la serata è decisamente più calorosa. Grant si concede in modo apertissimo al pubblico e lo si vede subito aggirarsi tra gli spettatori, non rifiutando chiacchierate con nessuno e dimostrandosi ben disposto; esattamente l’opposto dell’algido e scostante Mould, ma questo i fan della band di Minneapolis lo sanno bene. Aprono le danze verso le 22:30 i White Magic, gruppo che dal vivo si dimostra ben più affine alla sperimentazione di quanto ascoltato su disco, proponendo il loro personale misto di rock, indie e una notevole punta country. Il loro set è discretamente lungo e, per quanto l’apprezzamento del pubblico si dimostri contenuto, lasciano una buona impressione. Sono da tenere d’occhio. Verso le 23:30 sale Grant dopo un veloce cambio d’abito e si lancia subito in California Zephyr, uno dei migliori pezzi dal suo ultimo album, ‘Hot Wax’. E così andrà avanti per un paio d’ore, con un set elettrico che ha pescato a piene mani dal repertorio Husker Du, con qualche rimando anche ai Nova Mob. Molto apprezzato è stato il momento in cui Grant ha richiesto suggerimenti dal pubblico su eventuali pezzi da suonare, soddisfando oltretutto la mia malcelata voglia di ascoltare Puzzles, tratta dal secondo album proprio dei Nova Mob. Ne è uscita una versione un po’ frettolosa, con qualche verso modificato, ma sentita ed emozionante come non mai. Da segnalare anche qualche altra rarità come Flexible Flyer e Sorry Somehow, due azzeccatissimi ripescaggi del periodo Husker. La voce di Grant è indubbiamente più malridotta di quella di Bob, il periodo d’inattività si è fatto sentire, ma il cuore c’è ancora tutto e a noi quello interessa. Se proprio devo fare un appunto, sarebbe stato bello poter sentire Grant anche in acustica, il set elettrico ben si sposa a pezzi come la richiestissima Don’t want to know if you are lonely, ma si dimostra meno adatto per momenti più intimi come 2541. In conclusione, una splendida serata di ricordi e di sentimenti. Un ringraziamento a l’Init e a Gaetano per l’ospitalità.