Gemiti ‘Follia’

(Autoproduzione 2009)

Senza inutili giri di parole, quello dei Gemiti è industrial da cartolina. Chitarroni e tastiere pompati a mille per nascondere un vuoto spaventoso di idee, testi che dovrebbero esplorare gli abissi della coscienza umana ma che alla fine scivolano nel ridicolo del nonsense involontario, pose artificiose, scontate. Stereotipi, insomma. La musica del quartetto (Saverio alle chitarre, Sergio alle tastiere e al computer, David alla voce e al basso ed Enzo alla batteria) è talmente tanto banale da suonare come una parodia del sound brutale coniato da Trent Reznor e sviluppato in chiave più glam (e furbetta…) da Marilyn Manson. Nei quattordici brani che compongono “Follia” non c’è traccia di un’idea che sia una: il disco è né più né meno che un ridicolo bric-à-brac di trovate puerili, innocuo come una raccolta dello Zecchino d’Oro, con l’aggravante di essere decisamente meno divertente.

Voto: 3

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