Klaverna ‘Stereoformio’

Due recensioni a confronto…siori e siore.

 

 

 

 

 

Album: Klaverna ‘Stereoformio – MusiK For NeverendiG Film’ (Second Family Records 2009)

Prima recensione di Marco Pagliariccio: pagliariss@libero.it

Klaverna è il progetto di un misterioso musicista parmense, che a sette anni di distanza dall’esordio omonimo è riuscito a ritagliarsi uno spazio nel sottobosco musicale grazie alla fiducia accordatagli dalla netlabel Second Family, che sul suo sito (il link lo trovate in fondo alla pagina) rende disponibile l’album per il download completo gratuito.
Siamo nei territori della sperimentazione elettronica più pura. Ambient, techno, cosmic, field recordings si mescolano senza soluzione di continuità all’insegna di un minimalismo in ripetizione che si fa vera cifra stilistica.
Si inizia con gli sferragliamenti ronzanti di Merda Di Dio e si sembra di aver capito dove si sta andando. Con Akka Di Mento 719 invece entriamo in ambienti cosmici, sospiri da navicella intergalattica. Antigone Solution ci riporta sulla Terra con un delicatissimo piano che reitera tre accordi per metà traccia poi affoga in un mare di loop sintetici che avrebbe amato forse Vangelis. Con Backpropagation torniamo in orbita, ma stavolta il suono è distorto all’inverosimile che si sfoga in un delirio di archi sintetici a dir poco orrorifici. Dan Mateo ha una sinuosità orientaleggiante raggelata nelle reiterazioni nelle quali si avvolge. Esab Anul sembra la ricerca di segnale di un’antenna sommersa dalle acque, tra calcoli elettronici e ronzii liquidi appena percettibili. Litolatrico si ripete ossessiva e come una valanga travolge l’orecchi vigile e straziato. Si passa così al suono da sveglia inceppata di Kasio (sarà casuale il nome?), che traghetta verso al minimal-electro-funk (!) di Resti di Servi. Gi arpeggi ripetuti di Robota sono smorzati dal piano leggiadro in sottofondo che crea una sorta di sospensione onirica nella dimensione cosmica nella quale proietta il sound della traccia. Una liquidità sinistra avvolge invece Stereoamorfo, un deragliamento che sarebbe stato a meraviglia nelle scene orgiastiche di Eyes Wide Shut. E Stereomorfo ne sembra l’ideale prosecuzione in una cripta satanica. Stereoformo inserisce per la prima volta elementi ritmici che danno un sapore quasi dance al oscurità del suono. La chiusura del disco è riappacificante: Stereoformio è una registrazione ambientale notturna che nel finale si popola di spiriti elettronici che turbano la quiete della campagna parmense.
Musica tutt’altro che accessibile quella di Klaverna, ma i suoni che tira fuori, pur se debitori di certo sound anni ’80 (Suicide, il suddetto Vangelis, Glass, Eno), sono comunque abbaglianti. Alla ricerca non si danno giudizi, la si deve solo stimolare.

Voto: 8

Seconda Recensione di Marco Loprete: marcoloprete@libero.it

La “musica per un film infinito” dei Klaverna è una oscura ed angosciante tessitura minimalista di suoni elettronici dall’andamento cinematico. Sembra, in alcuni passaggi, di ascoltare la colonna sonora di un film horror o di essere al cospetto della descrizione in musica di immagini di spazi siderali o di altrettanto oscure profondità marine.
L’idea alla base dell’album non sarà nuovissima, ve lo concediamo, ma la sua realizzazione risulta indubbiamente efficace. Il crescendo rumorista con inquietante coda di synth di Backpropagation, la scarnissima Esab Anul, che ad ascoltarla ad occhi chiusi fa pensare di essere stati catapultati improvvisamente sul fondale di un oceano (ma è una sensazione tutt’altro che estatica), il cupissimo saliscendi sonoro di Litolatrico, le terribili deflagrazioni rumoriste di Robota (il pezzo più lungo della raccolta, con i suoi 8’ e 44’’), la voce aliena ed il synth suadente di Stereoamorfo e l’atmosfera horror di Steromorfo hanno il loro punto di forza nella sapiente costruzione e soprattutto nella capacità evocativa dei suoni. Negli ultimi due brani, poi, i Klaverna si sono divertiti ad aggiungere elementi nuovi rispetto a quanto ascoltato fino a quel momento: dei beat in Stereoformo (l’atmosfera è quella di un dancehall infernale) e dei field recordings in Steroformio, la quale, nonostante il cinguettio degli uccelli, non rinuncia alla solita atmosfera agghiacciante.
Bravi, decisamente bravi.

Voto: 7

Links:

http://www.myspace.com/klaverna (Klaverna MySpace Page)

http://sfrecs.com/klaverna01.htm  (Klaverna On Second Family Records site)