Blastula ‘Scarnoduo’

(Amirani Records 2010)

Derisorio, estremo, popolare, dotto, schivo, teatrale, contratto, agile, incandescente, messianico, roboante, euclideo, astratto, pazzo, cavilloso, limato eppur poroso come una pietra pomice.
Potrei andare avanti senza prender fiato, all’infinito, e comunque non credo caverei mai l’aggettivo, gli epiteti giusti da conferire alla creatura informe di Cristiano Calcagnile (percussioni) e Monica Demuro, Scarnoduo, perché andrei a cozzare il volere degli stessi: spezzerei quell’incantesimo di magica incoerenza che “Blastula”, a partire dall’etimo del nome adottato per il lavoro, si pone di realizzare secondo un’utopica ritualità anarchica. Proprio come la blastula, una fase dell’embrione animale antecedente la sua completezza, i due improvvisano e compongono acquisendo linfa da un archivio di citazioni erranti tra Carmelo Bene, la memoria sarda, Vinìcius De Moraes, Ballard, il poema mesopotamico “Enûma Eliš”, Caetano Veloso (la raffinata confezione è giustappunto accompagnata da una raccolta di cartoline, molto fluxus, su cui sono appuntati i pensieri e le ispirazioni dei nomi sopracitati). Dai loro suggerimenti è (ri)tratta una massa sonora volitivamente indefinibile dove si può, al contempo, essere a rapporto con concretismi e scat d’improvvisazione radicale falcidiata, complessa e non raffinata, zigzagante fra tantrica spiritualità e input primigenio (Trenta, ”La Porta Marnie!”, l’abissale ascesa verso l’alto di Spazio Profondo, Sa Calarina e Mosche sugli Occhi), propulsione massimalista e coscienza sociale (Volere è potere 1 e 2, Mangia la tua Paura), inserti di tradizione popolare ed evoluzione nella contemporanea (Nanneddu Meu, i flash fanciulleschi con Interludio Lompardo I et II, Dinghiriana). Timbricamente le corde vocali della Demuru echeggiano prima di tutto quale frutto d’una espressione tout court personale, e forse solo in una seconda istanza potrebbero aprire spiragli ad aromi etnici, all’ugola nero pece di Diamanda Galás, al lirismo deformabile di Meredith Monk.
Imprescindibile.

Voto: 8

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