Act Noir ‘Shape A New Start’

(Eibon Records 2010)

E’ la vita: cerchi di somigliare ai Depeche Mode e finisci con lo scimmiottare gli Him. Del resto, si sa: le buone intenzioni da sole non bastano. Nella musica, in particolare, il talento viene prima di tutto. Prima degli ascolti giusti, prima dello studio e dell’esercizio, prima del contratto discografico, prima delle prime incisioni, prima della promozione. E in questo “Shape A New Start” di talento non se ne vede proprio.
Secondo full-lenght (il primo, “Automatisme Psychiquede” per My Kingdom Music, è del 2006) degli italianissimi Act Noir, formazione nata nel 1998 dall’incontro di Sergio Calzoni (electronics) e Stefano Nieri (chitarra) e sopravvissuta ad alcuni cambi di line up (la formazione attuale comprende Gaetano Notarnicola alla voce, Michele Gozzi al basso e Claudio Pilati alla batteria), “Shape A New Start”, più che un “nuovo inizio”, fa pensare ad una band stanca e priva di idee. Più che electro-rock, questa è banale pop-rock che della dark music sfiora solo la superficie. Le sfumature alt-metal stile A Perfect Circle di Shatterproof Beauty, le ibridazioni tra Ville Valo (spudoratamente imitato, per altro, in Shape A New Start) e Gore/Gahan di Set Fire e 2008, il richiamo a David Sylvian e al suo languido spleen (in effetti, più che un omaggio, un maldestro tentativo d’imitazione da parte di Notaricola, vocalist di scarsa personalità) in Wrong Places e Closed City (in cui compare ancora qualche tentazione alternative, sempre nel solco della band di Maynard James Keenan) dovrebbero evocare quadretti di malinconica decadenza e solitudine metropolitana, ma falliscono clamorosamente. Chi è cresciuto a pane e angoscia (musicale) post ’77 qui non troverà nulla d’interessante. Solo cinquantraquattro e passa minuti di ruffianeria e vuoto d’idee.

Voto: 4

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