UST Symphonic Wind Ensemble ‘Out of Nowhere’

(Innova 2009)

In America c’è un gran proliferare di wind bands, vale a dire di orchestre composte di soli strumenti a fiato, con la sola aggiunta di pianoforte (talvolta) e percussioni (spesso). L’orchestra di soli fiati è ben diversa da un’orchestra di soli archi. Quest’ultima è capace di spingersi da un estremo all’altro della gamma emotiva; può esprimere il massimo del romanticismo, ma anche il massimo della ferocia. L’orchestra di fiati possiede una gamma espressiva più limitata: può esprimere sentimenti più moderati come la gioia o la serenità, ma difficilmente ci farà piangere o tremare. In questo cd Innova, l’orchestra di fiati è la UST Symphonic Wind Ensemble, la quale esegue brani di compositori contemporanei di varia estrazione e provenienza, ma tutti egualmente bravi nello sfruttare al massimo le risorse dell’organico a loro disposizione. Nell’ascolto del cd, mi sono fatto ammaliare dai profumi orientali della Rapsodia Armena di Loris Chobanian; mi sono lasciato trascinare dai ritmi travolgenti di Infernal Ride di Kenneth Hesketh; ho assaporato il misticismo ‘terreno’ della Messa di Martin Ellerby. Ma soprattutto, mi sono commosso nel seguire il percorso tracciato da Rolf Rudin nel suo Out of Nowhere, il brano che dà il titolo all’album, e che si apre e si chiude con un disegno melodico di grande suggestione emotiva. Talvolta l’orchestra di fiati sa anche farci piangere.

Voto: 9

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