Maya Mountains ‘Hash & pornography’

(Go Down/Audioglobe 2009)

Ci avevano già colpiti in maniera molto positiva tre anni fa i Maya Mountains, terzetto veneziano, che nel 2006 pubblicò un intenso ed avvincente Ep, granitico ed acido, in perfetto stile stoner. Nel 2006 conclusi la recensione sostenendo che li aspettavamo alla prova del full leinght e devo ammettere che la prova è riuscita in pieno. Ancora con Giulio “Ragno” Favero in cabina di regia, il trio persegue i suoi sogni desertici e psichedelici.
Fortemente ancorati agli anni ’70 a questi tre veneti della parola vintage, tanto di moda, non gliene può fregare di meno, dato che loro hanno avuto la sfiga a nascere troppo tardi, dato che il loro approccio è fottutamente seventies.
Chitarre ribassate, cavalcate hard, una base ritmica ossessiva e all’occorrenza frenetica ed aperture vocali che non si discostano affatto da quelle di Ozzy Osbourne sono gli ingredienti di “Hash & pornography”. Un titolo che di questi tempi non dovrebbero fare assolutamente scalpore, dato che vengono legittimati, da parte della maggior parte degli italioti, certi costumi sessuali di chi ci governa.

Voto: 8

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