IA ‘Solo Un Occhio Pesto’

(Autoprodotto 2009)

Iacopo Sammartano e Alberto Checcacci donano le iniziali dei loro nomi al progetto IA, primo album di questo duo nato dalle ceneri degli Eco. Iacopo, in particolare, sembrava aver raggiunto il paradiso con la firma di un contratto biennale per la Sony prima e per la First Class poi, ma evidentemente qualcosa è andato storto. Così ha deciso di tornare nel mondo sommerso delle autoproduzioni per regalarci questo album di debutto che tira le fila di un lavoro di oltre 6 anni con il vecchio amico Alberto. Il risultato è un disco pop rigato di rivoli elettronici, attento alla ricerca della melodia soave e spensierata, dai testi semplici e intimistici.

Con Lo Specchio si entra subito nel mood del disco, sbarazzino e a ritmo sostenuto. L’ode al girl power di Il Mondo Lo Salverà Una Donna non si fa mancare un accenno alla politica (“Condoleeza Rice non è una donna è un trans” afferma il buon Iacopo…). Il Pesce Persico è una canzoncina orecchiabile che narra la stramba storia di un pesce che vive in fondo al mare. Con Aspetto il disco vira verso un registro più strettamente intimista, trattando tematiche tardo – adolescenziali. Una Ragionevole Paura è una canzone d’amore e solitudine più scura rispetto alla solarità delle prime tracce. Con Quella Canzone il Sammartano si toglie qualche sassolino dalla scarpa, lanciando una critica al mondo discografico sempre e solo alla ricerca della hit gioiosa e orecchiabile (forse richiamando la sua esperienza personale). 1984 gioca sui doppi sensi della parolina “te”, ricordando nelle ritmiche qualcosa degli U2 più pop. L’Invidia è un cupo e dimesso canto di rabbia soffocata nel lamento. A Meno Che torna a parlar d’amore con piglio giocoso ma testo ai limiti del grottesco. Il Mio Buco In Pancia chiude il lavoro tornando a confessare una dolore che lacera l’autore dall’interno, come di chi si sta liberando di un peso per mezzo della musica.

In definitiva un disco dalla gestazione lunghissima segnato chiaramente dagli alti e bassi discografici (e, ma questo non lo possiamo dire con certezza, forse anche sentimentali) di Sammartano. L’impressione è quella di chi si sta prendendo una rivincita contro chi non ha creduto veramente in lui, mascherata sotto la superficie di melodie leggiadre color pastello. Tuttavia il lato musicale non è troppo esaltante, appiattendosi su un pop che vorrebbe essere ricercato ma alla fine risulta deboluccio, e i testi convincono solo a tratti. Per ora non ci siamo, confidiamo nel futuro.

Voto: 4

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