Lorre ‘Roghi Dei Libri EP’

(Niegazowana/Triciclo 2009)

I Lorre sono un trio siciliano attivo da un annetto e mezzo e con alle spalle già un album e tre ep, un record per una band di così breve formazione. Con un nome così (che richiama il celebre attore Peter Lorre, luciferino e psicotico protagonista del capolavoro di Fritz Lang M Il Mostro Di Dusseldorf), i tre non potevano che fare dell’oscurità, della claustrofobia urbana, il loro credo: la struttura è vagamente dark – wave, riletta però alla luce delle ultime tendenze dell’elettronica contemporanea: i riferimenti sono i Radiohead più sintetici, gli ultimi Prodigy e il decadentismo industriale di Trent Reznor, il tutto con un certo sapore ambient.

Venti minuti metallici, maleodoranti, soffocanti, spalmati su cinque tracce. Apre il disco The Mother Of Lovers, che parte con riverberi ariosi molto eighties a richiamare i Depeche Mode, per poi aumentare il beat e virare verso campi quasi jungle a – là Underworld. Lost In A Pill Of Modern Love si apre tra chitarre sferraglianti non lontane da certi Sonic Youth inserite in un impianto elettronico pulsante. Libertine Sister rimanda alle degenerazioni industriali dei Liars (almeno nella parte iniziale) per poi far sfoggio di reminiscenze fin troppo esplicite della Idioteque di radioheadiana memoria. We Are Complete Failures cambia totalmente registro, mostrando un’insospettabile gusto ambient che nella seconda parte si deturpa, contaminato da chitarre distorte e ascendenze sintetiche lancinanti. Chiude il lavoro The Boy In The Grey, nebulosa shoegaze tagliente, inizialmente dimessa, poi via via più luminosa.

L’ep dei Lorre mostra una band dall’anima duale: i primi tre pezzi mostrano la faccia graffiante, di contemplazione post – industriale, oscura e malevola; gli ultimi due offrono invece la faccia ambientale del trio, virata verso una calma catatonica ma sempre pullulante, mai moribonda. Un affresco di distruzione e contemplazione della stessa è quello che creano i tre siciliani, robusto pur con qualche caduta (la voce distorta in Lost In A Pill Of Modern Love fa un po’ Eiffel 65…). Aspettando con curiosità un full lenght, certamente ci troviamo di fronte a un gruppo da tener d’occhio.

Voto: 7

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