Vivianne Viveur ‘Vert’


(Seahorse/Goodfellas 2008)

Secondo album per i napoletani trapiantati a Londra Vivianne Viveur. Dopo quel “The Art Of Arranging Flowers” che li ha segnalati nei taccuini dei critici di tutta Italia e non solo, questo “Vert” spinge sul pedale di un rock noir, decadente, sottilmente psichedelico, che a tratti ricorda fortemente i Blonde Redhead più melodici misti a richiami new wave anni ‘80. Ruvidezza e melodrammatico terrore convivono in questo disco, non disdegnando passi più morbidi e tenui, su testi sempre raffinati e poetici.

Si parte con i suoni cinematici di Yarn, breve canzone d’amore ariosa ed ectoplasmatica. Waiting For The Tide è la traccia più debitrice di Makino e i fratelli Pace, soprattutto per quanto riguarda la sezione ritmica, incalzante e diafana. Turquoise Eyes rimane sulla linea delle precedenti ma con un tocco di maggior potenza. It’s Not My Day si apre tra tastiere insolitamente luminose, che presto affogano in terreni oscuri e violentemente nebulosi. Valeria Lake è una cavalcata acustica dal cuore infranto. Come Back In a Stormy Day accelera i ritmi e li avvicina a territori più indie – rock. A New Play colpisce per l’attacco ribollente di plasma elettronico e i graffi sintetici che tagliano la superficie rock. La lunga Vanity Mirror è un deragliamento sporco che guarda al post – rock. A questa fanno da contraltare i tre minuti scarsi di Memoirs Of a Silhouette, nuovo vagito redheadiano ipnotico e lisergico. Joyful e Never Kind chiudono il lavoro su atmosfere dimesse: la prima si schiude sulle ali delicate del pianoforte per poi irrobustirsi sui battiti possenti della batteria, la seconda è ammaliante litania tra chitarra acustica e violino.

Un album di spessore, cui la produzione di Paolo Messere dona un sapore internazionale. A tratti forse un po’ ripetitivo a livello “atmosferico”, ma il gruppo dimostra una notevole solidità melodico – compositiva. Urge soltanto far sparire l’esplicita somiglianza con i Blonde Redhead: è troppo evidente e a rimetterci è la riconoscibilità della band. Comunque ampiamente promossi.

Voto: 7

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