(Marx Capital Records/Scorpia/Alkemist Fanatix Europe 2007)
Qualcosa mi dice chiaramente che i Lostalone smetteranno presto di ricevere molta attenzione da parte del pubblico e della critica, a parte il fatto di essere una delle band preferite di Bruce Dickinson forse. Bah.
A parte l’impressione dettata dal fatto che l’album è uscito già da un po’, è la loro musica tendente all’eccesso che li renderà poco appetibili ai più… ma non è certo una critica da parte mia, questa.
In quanto a orecchiabilità i tre ne hanno da vendere, per non parlare di ritmi danzerecci (più o meno ovunque, da Unleash The Sands Of All Time, Silence e compagnia) e ritornelli cantabili; il problema è che i testi, carini, son afflitti da una logorrea continua e le canzoni tendono un po’ a tirarsela con delle strofe quasi infinite e pezzi strumentali un po’ troppo lunghi.
Il loro stile potrebbe essere tranquillamente descritto come un misto tra i Muse più recenti (argh), My Chemical Romance e qualche altra band semiemo recente che vi viene in mente; per fortuna la voce di Steven Battelle, factotum del gruppo, è tendente molto più alla rabbia che al teenageriale, anche se comunque ciò non lo salva dal suonare abbastanza ‘derivativo’.
Sicuramente i tre si esprimono al meglio in rude potenza e orecchiabilità, senza troppo scadere nel ritornello facile come fanno in Etheral o nella “fermatemi se l’avete già sentita” Lost Alone, molto meglio Genevieve (datemi qualsiasi cosa con un assolo di batteria!) o la iniziale Elysium. Sembrerebbero una band capace di fare ben altro che un mero compitino per vendersi al mercato, speriamo che rimangano proprio al di fuori di brutti giri di mercato, visto che la cosa migliore sono proprio i loro eccessi.
Voto: 7
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