Gareth Mitchell/Stefano Giust ‘Live Somewhere’

(Setola Di Maiale 2008)

Il primo incontro fra il londinese Gareth Mitchell e
Stefano Giust, avviene nel 2005, in occasione del tour
inglese del collettivo Rediffusion (Andrej Bako e Karen
O’Brien
, Mitchell, Giust ed in
una data anche Andy Diagram…).
In quell’occasione,
il tiro instauratosi fra i
musicisti era di stampo prettamente elettronico, dalle parti di una
piacevolissima minimal-techno.
In questa registrazione live (del
2007), l’elettronica lascia spazio alla visione acustica.
Chitarra,
voce e batteria.
Le composizioni originali di Mitchell assorbono
(non senza lividi…), l’esecuzione ruvida e free di
Giust.
L’elettrica si abbandona ad un suono cool e malinconico,
squarciato da lampi di feedback.
Mitchell rinuncia del tutto al
trattamento digitale usualmente riservato al proprio
strumento.
Hidden In Vain e
la sua aria stralunata, fra Davis e l’eleganza di John
Martyn
(la voce, la progressione degli accordi…), intorno tutto
crolla abbattuto dalla frenesia black di Giust (Tony
Williams
o Sonny Murray? Difficile scelta…).
Resta
una vibrazione finale nell’aria.
Ammutolito il pubblico.
…,
So Whispers Sweep Burnished Terrain
, soccombe al morso della
distorsione e del feedback, la voce ulula e si incastra in loop
narcotico, Giust continua a pestare come un dannato, ne viene fuori
un’armonia bizzarra e cubista; dalle parti delle linee ripetitive di
Arthur Russell.
Canzoni
estemporanee, che si mostrano per un’istante e poi si ritraggono, nel
vuoto conseguente lasciato dal loro passaggio; si intuisce la
bellezza.
Dispiace (non poco), per la qualità di
registrazione scadente.
Ma è un intoppo, al quale si
sopravvive.
In casa Setola tira sempre bell’aria!

Voto: 7

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