Black Rainbows ‘Twilight in the desert’

(Longfellow Deeds/Go Down/Audioglobe 2008)

Sulla scia dell’hard rock più energico, di matrice stoner, con grandi influenze da nomi altisonanti come Kyuss, Black Sabbath e Natas, questo trio italiano esordisce con un ottimo disco dove le sonorità più crude ed intense riescono ben a coniugarsi con un cantato che spesso sfocia nel melodico. Constellation ne è un esempio lampante caratterizzata da un sound tiratissimo e da una voce che sovrasta il tutto grazie alla melodia eccellente del leader e chitarrista Gabriele Fiori, la cui ugola è propria di questo genere musicale. Non potrebbe cantare in nessun altro tipo di gruppo o disco. I Black Rainbows si lasciano andare anche alla psichedelia, che sia alternata al ritmo garage e trascinante di Follow the pattern, o con le chitarre strafatte di acido di Mind Revo. I paesaggi del deserto californiano ritornano spesso in questo disco, in particolare in Comin’ down the mountain, dove, nella parte finale il trio sconfina nel grunge in versione Soundgarden, con la voce di Fiori che si avvicina molto a quella di Cornell. I Black Rainbows sono l’ennesima conferma che la scena italiana del metal-stoner non ha nulla da invidiare a quella USA.

Voto: 8

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