Anne Huet ‘La sceneggiatura. Teorie, regole, modelli’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Marco Loprete

marcoloprete@libero.it

Che cos’è una sceneggiatura? Quali sono i suoi elementi costitutivi? Quali le teorie intorno ad essa?

A queste (ed altre domande) cerca di dare una risposta Anne Huet nel suo bel saggio dal titolo “La sceneggiatura. Teoria, regole e modelli”, pubblicato dalla Lindau.

L’autrice, direttrice del progetto cinema presso di Département Art e Culture del CNDP, nonché sceneggiatrice essa stessa e titolare di laboratori di scrittura, parte da una constatazione: la natura paradossale dell’“oggetto” sceneggiatura. Essa infatti, come scrive l’autrice nell’introduzione all’opera, si pone “all’interno del processo di creazione cinematografica […] a monte di ciò che costituisce il cinema in senso proprio”, ovvero le immagini e i suoni: tuttavia, la sceneggiatura “non è il film”, pur non avendo una vita propria all’infuori di esso (salvo casi di screenplay pubblicati dopo l’uscita nelle sale di una pellicola). Inoltre – secondo paradosso – più la sceneggiatura è “invisibile” (meno, cioè fa sentire la sua presenza all’interno dell’opera cinematografica), più il film può dirsi riuscito.

Partendo da queste considerazioni, la Huet svolge un’interessante analisi, contrapponendo il cinema classico (quello che va dall’epoca dei primi film parlati – anni ’30 – alla fine degli anni ’50), fortemente influenzato da modelli espressivi ad esso precedenti quali il teatro, il romanzo, il circo ed il music-hall, a quello moderno, la cui nascita la studiosa fa risalire al Neorealismo italiano e alla Novelle Vague francese, caratterizzato dall’adozione di strutture narrative sempre meno legate ad  una logica di causa-effetto e da personaggi notevolmente più problematici dal punto di vista psicologico.

Nella seconda parte del libro, la Huet analizza la struttura della sceneggiatura, soffermandosi in maniera particolare sulla caratterizzazione dei personaggi, e proponendo l’analisi di quattro pellicole di epoche e nazionalità diverse (“Intrigo internazionale” di Hitchcock, “I quattrocento colpi” di Truffaut, “Eyes wide shut” di Kubrick e “Millennium mambo” di Hou Hsiaohsien), portando così alla luce quattro diverse concezioni del cinema. Non mancano poi una descrizione degli altri documenti che possono accompagnare uno screenplay (la sinossi, il trattamento, il soggetto e così via), testimonianze di autori illustri ed addetti ai lavori (Renoir, Nabokov, Ray ed altri) ed una “lettera aperta” all’aspirante sceneggiatore, “vera e propria guida alle domande che è necessario porsi prima di iniziare a scrivere una sceneggiatura”