Manu Chao ‘La Radiolina’

(Virgin 2007)

“La remissività è un suicidio permanente”
Manu Chao

Manu Chao non è (solo)un paraculo, lasciatemi passare questo inciso.
Prima ancora che uscisse l’album, infrange le regole del mercato discografico e mette a disposizione gratis su internet il singolo Rainin paradize.
Dopo i fatti del G8 è stato consacrato all’unisono al pantheon della fattanza “un-sacco-di-sinistra” da orde di capelloni, sballoni, sballini , nu-no- global, fake-no-global etc. che vanno a frotte ai suoi concerti per assolvere ad un tacito rito collettivo ‘sinistrese’.
E magari anche oltre le sue intenzioni.
E alla fine ‘La Radiolina’ è un lavoro ben fatto, esile per quanto riguarda di slanci creativi, malgrado la vivace contaminazione di altri generi come l’uptempo, la rumba, il rock e lo ska. Molti preferiscono ricordarlo nella formazione precedente, da eterno Mano Negra, per cui l’esperienza attuale non è che un infimo “come eravamo”, rimpasto sempre uguale a sé stesso di temi, musiche. Insomma: con Proxima… estacion… esperanza aveva già pisciato fuori dal vaso. E di parecchio.
Il vespaio di piccole polemiche e di voci deluse, come si legge sul Mucchio Selvaggio di settembre, di chi dice che Manu Chao fa sempre le stesse due, tre canzoni «pur con il rischio di divenire Inti Illimani odierni» non rendono però giustizia a questo ultimo disco in cui la presenza di chitarre ed elementi rock è più significativa. Ed è complessivamente un disco godibile.
21 tracks, moltissime delle quali dedicate ai temi cari al genere: impegno politico, denuncia sociale, un tot di fellatio pubblicitarie a sé stesso, che il Mr. poliglotta Chao canta con le parole del catalano, del francese, dell’italiano, dello spagnolo. Tra i pezzi più ispirati (toh!) Rainin paradize già singolo, il cui video è girato da Emir Kusturica, Tristezza Maleza, dai toni tristi e mesti appunto, Siberia, scopiazzata da Rainin paradize, El Kitapena, scopiazzata da Siberia che è scopiazzata da Rainin paradize, La Vida Tombola, dedicata a Maradona.
Come il gambero Manu Chao, alterna episodi vivaci a momenti di monotonia che raschiano il fondo del barile. Peccato che i secondi siano più ricorrenti dei primi.

Voto: 5

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