Battles ‘Mirrored’

(Warp 2007)

Tra i gruppi che hanno rinnovato il linguaggio del prog-rock nel nuovo millennio, oltre agli immensi Mars Volta, un posto d’onore spetta senza ombra di dubbio ai newyorkesi Battles. Nati dall’incontro tra Ian Williams (già chitarrista della cult-band Don Caballero), Tyondai Braxton, cantante e compositore, John Stainer (batterista degli Helmet e dei Tomahawk di Mike Patton) e Dave Konopka (alla tastiera nei Lynx), i Battles esordirono nel giugno del 2004 con gli EP “Tras” e “C” (cui ne seguirono altri due, “B” ed “Atlas” sempre nel corso dello stesso anno), approdando al disco di lungo formato solo nel 2007, con “Mirrored”.
Ed è proprio con questo LP che la band può dire di aver raggiunto la definitiva consacrazione. Qui la loro miscela di intrecci strumentali di stampo prog anni ’70 (Soft Machine e King Crimson) e ritmiche dance trova la definitiva messa a fuoco.
I frutti migliori di questa sintesi sono pezzi come Atlas (sette minuti di ritmica marziale, voci manipolate e lungo intermezzo strumentale per un effetto complessivo che ha del paradossale – un po’ come il remix di una jam session tra Fripp e Zappa), i prog-dance-rock di Ddiamondd (camaleontica ed inafferrabile), Tonto (dai complicatissimi intarsi strumentali), Leyendecker (contraddistinta da un pulsare di basso piuttosto pesante e dal canto stralunato), Snare Hangar e TIJ; o ancora, Rainbow, che sembra collocarsi nella terra di nessuno tra il prog di Canterbury ed il post rock, ma con un’attitudine decisamente più folle, anarcoide, grazie alle solite parti vocali sopra le righe ed agli imprevedibili eppure fluidissimi i cambi di tempo, e Bad Trails, che sta tra futurismo cyber, percussionismo etnico ed attitudine ambient.
Come si può facilmente intuire, un lavoro complicatissimo e non certo facile da digerire, ma che ha dalla sua una scrittura estremamente raffinata, una notevole ricchezza esecutiva (sia tecnica che espressiva) ed una indubbia originalità. Un capolavoro.

Voto: 9

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