Claudi Morici ‘Actarus. La vera storia di un pilota di robot’

Quando i miti non si toccano…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Aldo Piergiacomi

aldopiergiacomi@libero.it

Puoi fare di tutto, ma non appena cominci a leggere questo nuovo libro di Morici
(e poi per molto tempo dopo che l’hai gia finito) è sempre questo il ritornello
che torna a ronzarti in testa… e così mischiandolo alla canzone dei “libri di
cibernetica” e delle ancora più affascinanti “insalate di matematica” (non
ricordando invece le “sostanziali” differenze fra la ritmata sigla di testa “Ufo
Robot” e la più melenza sigla di coda “Goldrake”) nella tua testa continui a
cantare un incessante motivetto pieno di “alabarde spaziali” e di “mostri
lanciati da Vega”…

E tutto questo risveglia in noi ex-bambini ricordi ormai sopiti perché è la
nostra infanzia che ritorna prepotentemente alla ribalta… lei insieme ad
Goldrake Atlas Ufo Robot ovvero uno dei primi e per questo mai dimenticati miti
adolescenziali !

Ma l’operazione di Morici non si risolve nel classico amarcord ruffiano fine a
se stesso, lui usa i migliori ricordi del nostro passato per parlarci del nostro
presente, della guerra sempre più sporca priva di senso accompagnata dalla sua
terribile propaganda senza limiti, dell’idea imperante di un mondo che ci dice
che la vera libertà sta nell’essere schiavi del nostro lavoro solo al patto però
poi di seguire le mode del momento…

E così Actarus, così figo e pieno di se nei nostri ricordi, si trasforma in un
neo pinocchio insicuro e alcolizzato che da burattino schiavo del suo copione
cerca di diventare l’uomo libero che da sempre sta sognando di essere e che
cercando di capire la realtà che lo circonda non ne scopre altro che la finzione
di fondo che la caratterizza…

Perché infatti crescere per il nostro eroe (!) non è altro che il comprendere di
essere parte di un gioco di finzione dove nulla è reale e dove l’unica
possibilità di “vittoria” sta nel voler uscire dal gioco anche a costo di
perdere tutto (vi ricordate l’Abatantuono del Nirvana di Salvatores?)

Ma allora perché questo libro non ci è riuscito a convincere? perché non
riusciamo a consigliarne la lettura agli altri? perché cerchiamo al più presto
di dimenticare anche solo di averlo letto?

Forse la risposta è molto più intima e si può trovare nel fatto che questo libro
ci ha toccato molto di più di quanto siamo disposti a confessarci. Pur se non lo
ammetteremo facilmente, la verità è che non siamo in grado di rinunciare a ciò
che ci ha accompagnato nella nostra crescita, a ciò che ci ha dato i primi punti
di riferimento (com’era bello quando si poteva distinguere così facilmente i
buoni dai cattivi…) e pertanto inevitabilmente non potremo essere che acerrimi
nemici di chi ci può far anche solo dubitare dell’eroicità del mai dimenticato
Actarus….

E per questo automaticamente ci convinceremo di non apprezzare anche tutto il
resto ed arriveremo a descriveremo il tutto con un laconico “niente di che”…
che se poi invece ci costringiamo a tirar fuori qualche motivazione ci viene
anche da strafare dicendo che in fondo non si può ricordare Goldrake senza
menzionare anche il mitico Righel e la sua passione per gli estraterrestri o il
nostro primo amore adolescenziale ovvero la misteriosa e affascinante Maria
(sorella di Actarus e contro ogni logica predestinata ad innamorarsi di
Alcor!?!).

Ma ancora più colpevole per noi eterni bambini è di non aver menzionato le vere
star del cartone ovvero i cattivi generali Vegani…. non solo non aver
accennato a Re Vega, al perfido Hydargos o infine dell’ambizioso Zuril ma
soprattutto è imperdonabile che ci si sia dimenticati dell’angosciate e duplice
Gandall che ricorderemo sempre con la faccia aperta a metà per lasciare uscire
il suo perfido e nascosto lato femminile….

E quindi è proprio vero non riusciremo mai ad essere obiettivi con questo libro.
i miti non si toccano e per loro siamo pronti a tutto, ad abbandonare la nostra
razionalità e a scendere in guerra contro tutto e tutti sempre fiduciosi che ci
sarà sempre Goldrake a difenderci… come al solito, in cuor nostro, sperando
che usi la mitica uscita numero 7 per vederlo sbucare a tutta velocità dalla
cascata in fondo alla grotta!

Vai distruggi il male vai !

Morici Claudio ‘Actarus. La vera storia di un pilota di robot’
2007 ediz. Meridiano Zero – Primo parallelo