Adrian Bravi ‘La Pelusa’

 

Di Francesca Viscioni

francescaviscioni@hotmail.com

“La pelusa” è assenza d’aria, è tentare di respirare con la testa trattenuta a forza sotto la sabbia, è un’escalation di situazioni claustrofobiche.
La lettura scorre veloce, le parole si ripetono, rimbombano, spesso scivolano senza lasciare traccia. Così come sembra non lasciare tracce il protagonista, stritolato in una specie di cerchio infernale, costretto da un impulso venefico a ripetere con metodica precisione gli stessi gesti, giorno dopo giorno, fino ad esserne svuotato.
Anselmo Del Vescovo pare muoversi come una marionetta in questo teatrino del nulla, contornato da figure sbiadite, consumate anch’esse da un procedere sempre uguale verso il domani.
A tratti lampeggia tra le righe un passato felice, portatore potenziale di un futuro possibile di gioia e consapevolezza. Ma il presente non è altro che un “fluire nella quieta disperazione” in cui ogni cosa viene inesorabilmente avvolta da un “velo trasparente eppure lurido” di pulviscolo, contro cui armarsi e combattere per poter sopravvivere.
Un involucro onnipresente che banalizza il reale omologandolo e che non permette allo sguardo  di andare oltre. Un mondo al contrario in cui l’aria può togliere il respiro e l’unica profondità sembra essere in superficie.
Se l’intento di Adrian Bravi, scrittore argentino impiantato ormai da anni nella ridente Recanati, era quello di strozzare il malcapitato lettore in una morsa asfissiante, lode e merito all’autore, obiettivo raggiunto.

Voto: 6

Adrian N. Bravi
“La pelusa”
160 pagine
Euro 12
Edizioni Nottetempo