Japanese Apartment ‘Japanese Apartment’

(Autoproduzione 2006)

A leggere le note stampa, le fondamenta di questo “appartamento giapponese” sembrerebbero abbastanza solide: l’amore per l’indie-rock, l’elettronica, il pop degli shoegazer, “la passione per i suoni vintage” nonché la “stesura di liriche emozionali” sono ingredienti che farebbero venire l’acquolina in bocca a più di un appassionato.
Solo che questo primo ep della band di Treviso delude le aspettative: le sei tracce che lo compongono rivelano ancora una eccessiva timidezza in fase sia compositiva che esecutiva. Non che il lavoro sia brutto: Bossanova Douglas, una tenera ballata con orchestrazioni sintetiche (che, per la cronaca, non ha nulla a che vedere con la bossanova), gli ampi e suggestivi fraseggi di tastiere dello strumentale Cookies On The Couch o le divagazioni chitarristiche che sanno molto di Inghilterra anni ’80 di Farewell To Childhood riescono a farsi ascoltare con piacere.
Il punto è che una volta spento il lettore cd, nella mente dell’ascoltatore non rimane nulla: non c’è niente che lasci il segno per davvero. L’impressione è che Elia Trevisan (voce, chitarra e synt), Matteo Pezzetto (chitarre, synth e organo), Marco Andreetta (voce, chitarra e sinth), Francesco Fornasier (basso) e Douglas D’Este (batteria) abbiano scritto e suonato con il freno a mano tirato, limitandosi al compitino dignitoso ma asettico. Troppo poco, insomma, per una sufficienza.

Voto: 5

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