Simone Meneghello ‘Le canzoni di settembre’


(Bitzero/Self 2005)

“Le canzoni di settembre” di Simone Meneghello sono ben curate e probe come tradizione cantautorale impone: il meneghino, di sicure esperienze musicali, scrive – musica e testi – arrangia e canta undici brani che si rifanno, più di tutto, ad alcuni aspetti del De Andrè pre-Massimo Bubola e Mauro Pagani. La struttura è raffinata: il contrabbasso di Fabrizio Catinella, la batteria e le percussioni di Christian Baghino, gli archi di Davide Santi, Ubaldo Chirizzi, Daniele Fiori, il lavoro sul suono di Matteo Bolzoni e Antonio Josè Armani, la chitarra slide di Domenico De Marinis (nella canzone Olmo), la voce e la chitarra classica di Sonia (in La tempesta) contornano disciplinati il canto, le chitarre, il pianoforte, la melodica e il glockenspiel di Meneghello, che al senso tragico dell’illustre predecessore genovese preferisce l’elegia (sentire La canzone di Arianna), pur non rifuggendo le durezze della vita (Olmo).
A chi ama il genere “Le canzoni di settembre” offre buoni momenti di abbandono: Laghi di ninfee, per esempio, o Fermati qui. Altrove il tutto è – fin troppo – didascalico e pedissequo (sentire L’aquilone), nonché mono-tono.

Voto: 6

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