Nexus ‘Odynephobia Conversion’


(Roll Over / Astrazioni Foniche 2005)

La lezione dei Red Hot Chili Peppers mescolata con l’hard rock tendente al metal, il nu-dark dei Lacuna Coil o dei maestri danesi Gathering e il chitarrismo tecnico-melodicodi Vai o di Satriani sono le basi da cui parte questa band italiana che riesce a creare un disco sorprendente per l’eterogenità e per la freschezza compositiva .

Il sound scarno ed essenziale delle chitarre lunghissime nell’elegia dark Doric Diorama, il rap-funky nell’iniziale Claustrophobic Box, la perizia tecnica nelle improvvisazioni strumentali (a mio avviso riuscitissime), il solo di sax e il duetto in Prolix Drifting Vagina (sic!) ci fanno capire che i confini sono stati definitivamente abbattuti: non più metal e nemmeno jazz, non più spoken word nè wave.

L’unico denominatore comune sembra essere l’eclettismo, figlio probabilmente delle sperimentazioni davisiane della fine degli anni 60 e dell’experimental nu-folk (per l’attitudine mentale) americano: hai detto poco! Potrebbero fare il botto, speriamo che trovino presto una distribuzione internazionale, perché meritano sicuramente una maggior visibilità.

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Astrazioni Foniche

Voto: 8

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Autore: taffey6977@gmail.com