Gabriel Sternberg ‘Silent Days’

(Autoprodotto 2006)

Album di debutto per il tastierista/chitarrista milanese Gabriel Sternberg, che riprende dalla migliore tradizione cantautorale britannica gli ingredienti per un disco di ballate lente e calde (un po’ da Nick Drake un po’ dal Thom Yorke acustico).

Minimale per la scelta strumentale (quasi sempre un’unico strumento per traccia), qualche field recording (nell’apertura Today e nella chiusura Endless Night) e qualche tocco elettronico che a tratti ricorda la psichedelia dei Pink Floyd (in Last Autumn) o le atmosfere sepia di Vincent Gallo (in Please Don’t Leave Me) o le stravaganze della Beta Band (nella più ritmata Instrumental #1), l’artista riesce a costruire un mondo isolato, fatto di ballad lente ricche di arpeggi folk che allietano e sostengono la voce quasi sempre sussurrata à la Elliot Smith.

Un disco piacevole che si inserisce nella tradizione post-electro-folk senza risultare troppo pretenzioso, senza voler per forza strafare con inutili trucchi. Un buon inizio ricco di eterogeneità.

Links:
http://www.myspace.com/gabrielsternberg

Voto: 7

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Autore: taffey6977@gmail.com