?Alos ‘Ricordi Indelebili’

(Bar La Muerte/Audioglobe 2006)

?Alos è la nuova creatura musicale nata dalle mani di Sefania Pedretti (Ovo, Allun).
Mai come in questo caso si scopre una combinazione degli strumenti decisamente piccante: violino, violoncello, chitarra, giochi e voce occupano per intero lo spettro d’azione di ?Alos, mentre notiamo parallelamente alcuni contributi importanti offerti da Dj Tonerre, con ritmi e bassi e da Mae Starr al piano.
“Ricordi Indelebili”, cicatrici lasciate dal passato, esperienze della propria vita, rimaste impresse nella mente, indelebili o volutamente incancellabili. In questo viaggio i ricordi sembrano comparire e scorrere come un film, ognuno è provvisto di una sua storia ben definita, attraversano le 13 tracce dell’album, lasciando nell’atmosfera circostante sensazioni di cupezza, attimi di ‘pazzia, inserti di gioia, mordace ed esuberante. Nessun nome, solo dei periodi, degli anni, dei mesi, dei ‘profumi’ da respirare con tutta l’anima, i titoli-ricordi del disco vengono tutti ‘registrati’ con una semplice data.
Dentro troviamo condivise conoscenze musicali, diversissime tra loro che confermano la mano ‘multicolore’ della Pedretti. La voce rimane il punto più alto e nobile nella sperimentazione di ?Alos, ci conduce da parti contrapposte, partendo da un nebbioso ricordo del Sol Levante: dalle formazioni underground storiche, quali gli Hikashu del famigerato vocalist Makigami Koichi, alle stralunate band, tutte al femminile, della caratura di Ni Hao, Limited Express e Afrirampo.
L’inizio radica i suoi umori su scenari contemporanei, dipinti alla perfezione da un violoncello e da una voce contorta e quasi sofferente…
E’ Agosto 1976, l’origine, il punto da dove si dipanano solchi di caotico rumorismo –Profumo 1994– di pop distorto –Luglio 1996– di litanie vocali, o di giochi d’improvvisazione adagiati su ritmiche tribali –27 Gennaio 1997– inserti di malinconica, quanto onirica, carica jazz, bilanciati tra colpi di basso secco e vocina sopra le righe –Aprile 1999
Diventa veramente difficile tentare ulteriori (ed inutili) accostamenti con derivazioni musicali del passato o del presente: la verve di ?Alos è fin troppo personale. Lo confermano i salti imprevisti tra sospiri di avanguardia a lavorati melange tra chitarre improv e battiti loft techno, da istantanei caratteri cameristici a derive cibernetiche e pop, da deviate scritture minimaliste (e 29 Aprile 2001 ne incarna un saggio esempio) a pulsioni frenetiche di hard-core elettronico…
Un contenitore sta-pieno di emozioni… di ricordi… di suoni che fluttuano nella mente e nella memoria più lontana.
Un percorso che parte dalla nascita… per arrivare al presente…
e per lambire il futuro.

Voto: 9

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Autore: mariacenci@alice.it