Timothy Leary ‘Neuropolitica’

L’Utopia Di Star Trek E Di Tutti I Viaggi Possibili…

 

Di Aldo Piergiacomi

aldopiergiacomi@libero.it

Neuropolitica
Timothy Leary
2005 Castelvecchi – Contatti
Trad. Fabio Rossi

Recente pubblicazione in italiano del saggio scritto da Leary nell’ormai lontano
1988, questo libro è stato davvero una piacevolissima scoperta.
Personalmente avevo conosciuto l’autore in alcune edizioni riguardanti la
(auto)sperimentazione di sostanze psichedeliche e ne avevo erroneamente relegato
la sua figura in quella di uno strenuo difensore delle libertà individuali
soprattutto nell’utilizzo di sostanze psicotrope, attività comunque più che
meritoria in questi tempi di ritorno all’ottuso proibizionismo carcerario.

Invece in questo breve manuale si scopre un filosofo (chiamiamolo pure col suo
nome!) che ci regala un’infinità di suggestioni, premonizioni e analisi nei più
disparati campi dell’attività umana. Si passa con naturalezza da argomenti di
carattere psicologico, a studi sociologici fino ad analisi politiche e storiche
o a ragionamenti antropologici che con semplici flash mostrano possibilità di
sviluppi eccezionali.

Se però pensate ad un serioso trattato filosofico (e in questo purtroppo vi
aiuterà di certo la copertina dark ben diversa dall’idea ultravioletta
dell’autore!) vi dovrete certamente ricredere, ogni piccolo capitolo è
un’insieme di centinaia di suggestioni e stimoli per la mente ma raccontati con
un ironia e un’allegria difficilmente eguagliabili.

Ed infatti in questi brevi capitoli molti dei quali scritti nelle peggiori
prigioni USA(!) si va da ipotesi sul funzionamento del cervello umano con
l’affascinante teoria dei circuiti cerebrali multipli (i 4 più 4 cervelli !),
all’ipotesi della “migrazione spaziale” come il vero senso escatologico di tutta
l’umanità, fino a razionalissimi ragionamenti sulle politiche di controllo
planetario made in USA e al controllo sociale basato sull’istituzione di
appositi reati

Insomma ci si trova di fronte a un prezioso manuale di sopravvivenza con un
vasto campionario di idee innovative in molteplici campi del sapere (perchè “la
specializzazione è roba da insetti!”) con il fine dichiarato di inseminare la
moltitudine delle individualità della nuova era cibernetica (ovvero noi tutti)

Se volessimo invece trovare una traccia nascosta quella che salta agli occhi è
proprio il un mutamento di umore fra i primi scritti con il loro relativo
slancio di ottimismo utopico sessantottino e quelli della fine degli anni 80 più
seriosi e meditati… cartina tornasole dell’involuzione che c’è stata e
continua a perdurare (sic!) nelle aspirazioni di miglioramento dell’umanità (che
ci si sia accorti il sole radioso non era l’alba di una nuova era ma solo il suo
tramonto?!?!?)

Non resta che concludere invitandovi alla stimolante lettura con le parole dello
stesso autore: “in questo libro (…) un terzo delle idee è abbastanza sciocco,
un terzo abbastanza noioso. Ma un terzo è fatto di fuoricampo” e per di più ‘a
basi piene’ aggiungeremo noi.