Corleone ‘Wei-Wu-Wei’

(Etnagigante 2005)

Corleone e’ un progetto primitivo piu’ che parallelo, e’ negli effetti la “viscerale profondita’ musicale” del suo creatore nel momento in cui si concretizza in schemi meno predeterminati del solito. E per la mancanza di questi forse il tutto e’ legato da simboli mistici e rituali, in una superstizione probabilmente trovata, anche quella, fra le viscere. Tutto gira attorno al magico numero 7, il quale e’ il numero degli intermezzi di 77 secondi che stanno fra un brano e l’altro, a loro volta improvvisazioni (o meglio interpretazioni) di 7 diversi artisti (Loozoo, Wang. Inc, Marco Messina, Populous, a034, Loz vs Y:dk, Lorenzo Brusci/Timet) sullo stesso tema di 7 note. Uno schema rigido (supportato, se non bastasse, da un vero schema disegnato) che ingabbia severamente le reali otto tracce di free jazz contaminato da motivi cinematografici (Nino Rota spavaldamente invariato, per ricordare a chi fosse sfuggito il nome del progetto), da una certa dose di memoria ancestrale, citazioni in numero indefinibile, assoli di tip tap, inserti popolari e ovviamente una tromba in costante improvvisazione apparente , e ansia da protagonismo.
Un album che, seppur piacevole, sfocerebbe un po’ nella banalita’, se non fosse per la lodevole opera dei fulminei intermezzi. Per una volta le collaborazioni sperimentali si apprestano a rendere piu’ respirabile il resto (dopotutto il confuciano Wei-Wu-Wei, che significa “agire-non-agire”, e’ un’ espressione che calza particolarmente al ruolo di Roy Paci in questo caso).

Voto: 7

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Autore: ambra.g@gmail.com