Dinosaur Jr Live

@Urbino 05/08/05 Festival Frequenze Disturbate

 

 

 

 

Di Rocco Triventi

devilman1977@hotmail.com

Cinque Agosto Duemilacinque. Notte di stelle ad Urbino.
La caratteristica cittadina marchigiana si era risvegliata nel primo pomeriggio meta di una pacifica invasione di giovani e non, tutti garbatamente allo sbaraglio nell’attesa dell’evento notturno.
L’evento è rappresentato dall’unica data italiana dello show dei riformati Dinosaur jr!
Ebbene si, J. Mascis e Lou Barlow mettono da parte progetti solisti e vecchie incomprensioni e con il fido batterista Patrick Murphy (detto “Murph”) si ritrovano a suonare insieme dopo ben 16 anni!
Tutto merito del festival “Frequenze Disturbate”, che nella prima di tre serate indie-rock ci regala Mascis & Co. attualmente in tour per “festeggiare” la ristampa dei loro tre primi album: “Dinosaur” (1985), “You’re Living All Over Me” (1987) e “Bug” (1988).
Nella affascinante cornice medievale dell’abbazia Albornoz, alle ore 19 lo spettacolo inizia con questa scaletta:
1) One Dimensional Man – precisi e potenti, peccato che non cantino in italiano.
2) Jennifer Gentle – forse un po’ troppo brit-pop e lenti per la serata
3) The Raveonettes – la vera sorpresa: bravi, coinvolgenti, molto + duri rispetto ai cd
4) Julian Cope – un clone glam di Iggy Pop e M. Manson …con tanto di auto ferimento e spargimento di sangue!
Alle 23 il primo dinosauro compare per sistemare la sua strumentazione: è Lou Barlow, che a causa degli occhialini da intellettuale e la felpa da eterno adolescente si confonde perfettamente con i ragazzi del server e così l’applauso non parte!
Poi è il turno di Murph (completamente rasato a zero!) che fa spostare la batteria in prima fila, quasi al bordo del palco. Mascis latita, ma in compenso fa montare un muro di amplificatori Marshall, Vox, due Fender Mustang, una dozzina di pedali e altre diavolerie che occupano 1/3 dello spazio. All’improvviso, la sua sagoma s’intravede e il pubblico lo accoglie con un’ovazione: visibilmente ingrassato, capelli lunghi completamente bianchi (!!!), cappellino da boscaiolo canadese, felpa viola Adidas, e andamento scazzato… un bizzarro connubio fra Carlo Vanzina e uno sciamano indiano, il nostro eroe dovrebbe avere 40 anni ma ne dimostra almeno 10 in più!
Una quindicina di minuti di sound-check tanto per confermare la sua proverbiale pignoleria e il concerto può iniziare.
Lo sciamano saluta tutti con un laconico “Hi!” e poi attacca con la furia della sua Mustang vintage.
Un’onda devastante di rumore melodico m’investe completamente e da quell’istante non mi curo di nient’altro perché era da tempo che non venivo avvolto da un suono così maledettamente curato ma allo stesso tempo così dannatamente noise.
In un attimo spicco un salto nel passato e dimentico tutto: ho 15 anni, sono un timido adolescente complessato, capellone e brufolone, solo nella mia cameretta con le cuffie in testa e sfogo la mia soddisfazione interiore disegnando mostri su un foglio di carta bianco.
I Dinosaur sono in gran forma: Mascis, nonostante i 20 chili di soprappeso si muove bene, suona come solo lui sa fare (come diavolo faccia a vedere con tutti quei capelli davanti agli occhi rimane un mistero) e canta discretamente… anzi, consente perfino a Barlow di cantare/urlare tre pezzi limitando se stesso ai cori! Che la chioma bianca sia davvero un segnale di maturità?!
Lou, anch’egli timido è di sicuro più socievole e interagisce meglio con il pubblico (“Thank you… Hi… We’re Dinosaur Jr. from Amherst, Massachusetts USA!”), ma implode folkamente subito dopo attaccando sebadohsamente con il basso devastante di “Kraked”.
I Tre moschettieri snocciolano quasi tutto “You’re Living All Over Me” e sono brividi per tutti i gusti: i rallentamenti e le accelerazioni fragorose di Sludgefeast, la batteria impazzita di Murph in The Lung, il vagito schitarroso di Little Fury Things, la melodia di Raisans
La voce di Mascis è la solita pigra e strascicata ma che dal vivo diventa meno paranoica e molto + incazzosa, mentre la chitarra è una magica altalena emozionale.
A volte distorto e zozzissimo, a volte ultramelodico e pulitissimo, tecnicamente Joseph passa dal punk/lo-fi all’hard core/metal e con i meravigliosi pedali vecchio stampo che si ritrova, arricchisce i fraseggi con tutti gli effetti possibili: chorus, flanger, delay, wha-wha….
Murph è un treno-mietitrebbia senza freni! Picchia come un indemoniato su quella batteria tanto da costringere i tecnici a salire ogni 10 minuti sul palco per sistemare i microfoni sullo strumento che puntualmente saltano via!
Ancora Barlow, con il suo modo di suonare da professore schizoide, ci tiene a dedicarci una memorabile esecuzione di Forget the Swan tratta dal primo disco che “…forse non tutti conoscono”… ma che merita di essere ricordata.
Lo show continua con qualche pezzo pogabile contenuto in “Bug” come They Always Come, Let it Ride e Budge per poi arrivare alla stupenda cover dei Cure Just Like Heaven dove Barlow sputa fuori tutta la cattiveria intestinale per urlare quello “Youuuuuuuu!” da stordimento primordiale.
Neanche il tempo di applaudire e Mascis frega tutti attaccando con i tre accordi malefici di Freak Scene. È l’apoteosi!
Bella serata e bella gente… il pogo è moderato e si può tranquillamente sorseggiare un bicchiere di birra anche nelle prime file.
Sono circondato da una flotta ben educata di pseudo-alternativoni calzanti Converse All-Star che indossano magliette nuove-nuove belle stirate di Sonic Youth, Pixies, Husker-Du, Nirvana… e c’è un tizio che azzarda addirittura una t-shirt dei Dream Theater: no, non è che ha sbagliato concerto, è solo che non ha capito niente della vita.
Mentre canticchio quelle melodie che sembrano incollate nella mia memoria come la carta delle caramelle, mi accorgo con mia sorpresa che almeno un buon 40% del pubblico ha + di 35 anni!
Ipotizzo che quegli “adulti” siano venuti qui per accompagnare i loro figli… ma all’improvviso incrocio lo sguardo spiritato di un insospettabile giacchettato quarantenne che esclama: “Questi qua erano grunge prima ancora che il grunge fosse inventato!”
Cinque Agosto Duemilacinque. Notte di stelle ad Urbino. Tremate, i Dinosauri son tornati.

Voto 10